I raid intimidatori, le cosiddette «stese» sono ormai all'ordine del giorno. Spari, terrore, messaggi di piombo. Una lunga linea di fuoco tiene insieme i giorni e le notti di Napoli tra la paura e terrore di vendette e stese nei vicoli de capoluogo. La guerra è a Nord ma le scene della battaglia possono essere ovunque. Senza sconti. Per nessuno. Hanno cominciato a sparare all'altezza del «Circolo privato Madonna Dell'Arco» in via Fontanelle alla Sanità, dove lo scorso 22 aprile furono ammazzati Giuseppe Vastarella e il cognato Salvatore Vigna e hanno continuato a seminare proiettili fino alla strada che corre verso Materdei, via Scipione Mattarella. In tutto una ventina di colpi sparati da i banditi in sella a due scooter. Ma il muro di omertà è alto, doppio e invalicabile. Nessuno vuole testimoniare su quanto accaduto la scorsa notte alla Sanità. La Scientifica che sta indagando sull'episodio, sul posto ha trovato 20 bossoli calibro 9 x 21. Sono state danneggiate tre auto e le serrande di officine ed esercizi commerciali.

L'ennesima sparatoria nasce all'interno del conflitto che oppone i Vastarella agli Esposito e al clan guidato nell'area Nord da Antonio Genidoni: una delle tante faide che insanguinano la città. Nella notte tra sabato e domenica a Secondigliano è stata ferita una ragazza di 21 colpita mentre era affacciata al balcone. Il giorno precedente si era sparato a Soccavo: giovedì sera una raffica di proiettili aveva colpito una persona e sparatorie e intimidazioni si erano susseguite nella stessa zona nei giorni precedenti.

Redazione Na