Il giorno dopo le polemiche per l'ordinanza del Commissario prefettizio di Telese Terme in merito ai nuovi orari di apertura e chiusura di bar, ristoranti, pub ed altre attività commerciali di intrattenimento che non potranno più somministrare e vendere alcolici dopo le 22 di ogni sera, interviene Gianluca Aceto (Telese Bene Comune) che spiega ai cittadini il perchè del nuovo regolamento. “L’ordinanza commissariale impone la necessità di aprire un serrato confronto per trovare soluzioni ad un problema reale e complesso. Le forze politico-amministrative – scrive l'ex consigliere - hanno il dovere di concorrere a trovare la strada, evitando di alimentare l’evidente tensione”. Aceto annuncia anche che martedì 7 giugno si riunirà un tavolo di confronto sul problema evidenziato dall’ordinanza del commissario prefettizio Mario Muccio, “che ha reso più stringenti le regole sugli orari di apertura dei pubblici esercizi e sulla somministrazione di alcool agli avventori. Sono sicuro che i partecipanti arriveranno con concrete proposte di modifica, tali da consentire allo stesso Commissario le opportune variazioni, necessarie a garantire le evidenti e contrastanti esigenze in campo: quelle dei cittadini e quelle degli esercenti”. Ed ora le motivazioni.
“Il problema esiste da anni. Il fine settimana, molto spesso, alcune strade e piazze sono rese irriconoscibili da bande di giovanissimi che ne fanno il proprio orinatoio o il proprio terreno di conquista, danneggiando anche diverse auto in sosta. Lo spettacolo che lasciano è noto a tutti. Altrettanto spesso, chi ha amministrato ha voluto girare la faccia dall’altra parte, contribuendo a determinare la situazione attuale. Ad esempio: come fai ad assicurare il controllo estivo notturno se assumi i vigili stagionali ad agosto inoltrato e non investi le risorse necessarie a coprire i costi della sorveglianza?”, chiede l'esponente della lista civica Telese Bene Comune. “È allora indispensabile che tutti sentiamo la responsabilità di diventare parte della soluzione, ognuno per il ruolo che ricopre. Ovviamente non basta un’ordinanza né una riunione, strumenti con cui sui può aprire una discussione che sarà laboriosa. Telese, del resto, sta affrontando le dinamiche tipiche di una realtà che è cresciuta senza affrontare quei problemi che già si erano manifestati in realtà urbane più grandi. Invece ho letto virulenti filippiche contro il commissario e contro chi ha causato il commissariamento, dovuto peraltro a vicende di tutt’altra natura. Invece di interrogarsi sulle proprie, passate deficienze amministrative, si preferisce utilizzare un tema così delicato per strumentalizzazioni politiche. Quasi vivessimo una perenne campagna elettorale. Per non parlare dei perentori inviti – che suonano come minacce – a mostrare la faccia, rivolti ai cittadini che hanno sottoscritto una petizione per segnalare il loro disagio. Lo dico da anni: è un approccio sbagliato, non aiuta a risolvere i problemi concreti. Se dei giovani e giovanissimi, di Telese e dell’intero circondario, il sabato sera si ubriacano fino a insudiciare e danneggiare la nostra cittadina, il problema è di tutti: dei ragazzi e dei loro genitori, innanzitutto; della società nel suo complesso; di chi ha responsabilità di governo, ad ogni livello; di chi deve controllare. Il problema è anche degli esercenti. Si tratta di avviare un percorso che non è solo repressivo ma anche culturale, pedagogico e sociale, e gli esercenti devono esserne protagonisti”.