Avellino

Le vicende del Pd irpino finiscono sul “Il Fatto Quotidiano”. Una denuncia raccolta dal nostro portale d'informazione che riguarda il caso sollevatosi nel circolo “Angelo Vassallo” di Paternopoli. Dove c'erano state delle presunte irregolarità sulle tessere d'iscrizione. Caso denunciato in anteprima a Ottopagine dal segretario del circolo democratico di Paternopoli, Andrea Forgione che aveva spedito una lettera al Premier Matteo Renzi.

Nello specifico, Forgione si è scagliato contro il commissario provinciale Riccardo Tramontano, scelto dallo stesso Renzi, reo a suo dire, di non aver concesso la deroga di dieci iscrizioni. Forgione ha poi scoperto che con l'avvallo dello stesso Tramontano, erano stati invece iscritti altri diciassette membri a sua insaputa. Personaggi che facevano capo a correnti politiche di Forza Italia, Ala, Ncd (Nuovo Centro destra) e Casa Pound.

Nell'intervista al Fatto Quotidiano il segretario del partito democratico si spinge oltre. Affermando che tra le 17 tessere "ammacchiate" ci sono quelle del sindaco di Paternopoli Giuseppe Forgione, che aveva capeggiato una coalizione di centro-destra, e Antonio Morsa, coordinatore locale di Forza Italia.

Così il segretario del circolo di Paternopoli aveva chiesto delucidazioni a Tramontano su quelle iscrizioni che niente avevano a che fare con gli ideali del partito. Ma Tramontano, causticamente, aveva risposto che non erano certo il veccho Pci e che nel partito di Renzi c'era posto per tutti.

Tranne, a questo punto, per chi voleva far parte del Pd perché ci credeva.

Siamo certi che la denuncia non passerà inosservata. E che una risposta da parte dello stretto Tramontano sia auspicabile. Comunque vada il caso di Paternopoli è emblematico di un male del Pd che abbiamo evidenziato a più riprese: un'eterogeneità ingestibile che si manifesta nell'attuale direttorio. Ci sono troppe correnti da accontentare e spesso si finisce per restar fermi. Con il rischio implosione perennemente dietro l'angolo. Una giostra che però è sempre più difficile da fermare perché è stato proprio il gioco del "tutti dentro finché ci stiamo", che ha permesso al partito democratico di imporsi finora. Ma quello che si trasmette all'esterno, spesso, non è uno spettacolo edificante. Insomma si vince alle urne, ma si perde la faccia.

Andrea Fantucchio