di Francesca Sarno

Le porte dell’Arsenale e dei Giardini di Venezia si sono aperte per la 15. Mostra Internazionale di Architettura REPORTING FROM THE FRONT, curata dall’architetto cileno Alejandro Aravena.

Non delude la Biennale del Pritzker Prize 2016.

Attesissima per le tematiche già preannunciate dal titolo (dai toni volutamente bellici), a non deludere sono le tante risposte date a questa “chiamata alle armi”.

Dal 28 maggio sino al 27 novembre saranno in mostra le “battaglie” architettoniche intraprese in tante parti del mondo per migliorare la qualità dell’ambiente costruito, e dunque della vita delle persone.

Disuguaglianza, sostenibilità, deficit abitativo, casualità, migrazione, periferie, sono solo alcune delle parole in grado di individuare le problematiche che strutturano l’esposizione.

Per esse Aravena ha ricercato risposte architettoniche concrete, costruttive, pertinenti, inventive. Il solo sollevare la problematica – dice – non sarebbe stato abbastanza; la ricerca fine a se stessa non poteva essere un fronte al quale guardare e dal quale ripartire, perché «l’architettura si occupa di dare forma ai luoghi in cui viviamo».

Sono stati allora scelti progetti nei quali si affrontano problematiche profondamente attuali, e alle quali sono state date risposte di qualità.

Sono le architetture che hanno saputo trarre nella scarsità di risorse economiche, nelle difficoltà dei grandi agglomerati urbani, nelle necessità non soddisfatte, le strategie per creare nuove logiche aggregative, inediti paesaggi urbani nei quali gli abitanti possano appropriarsi dello spazio: nuove forme dello stare e dell’abitare insieme.

La 15. Mostra, nell’Arsenale, nel Padiglione centrale dei Giardini, nelle tante partecipazioni Nazionali, presenta nuovi campi d’azione, orientati a realizzare e interpretare i desideri dell’uomo; si è voluto, dice Aravena, far conoscere «la storia, le difficoltà, i momenti critici e le strategie» di questi progetti.

Tanti, come ci si aspettava, sono i contributi dal Sudamerica, certamente uno dei più interessanti panorami architettonici contemporanei: le forme senza tempo di Cecilia Puga (Cile); le appropriazioni col gioco di Giancarlo Mazzanti (Colombia); l’essenzialità costruttiva e compositiva del GrupoTalca (Cile); il Nuovo MAM di Angelo Bucci (Spbr, Brasile), che riconquista la dimensione perduta, racchiudendo e oltrepassando il Parco di Ibirapuera. Questi per citarne solo alcuni.

Non delude il Padiglione Italia Taking Care – progettare per il bene comune, a cura dello studio veneziano TAMassociati. Sviluppato in tre sezioni Pensare, Incontrare, Agire, è un’azione – spiegano i curatori – che vuole «radicarsi, germogliare e riprodursi» al di fuori del Padiglione stesso. L’ultima sezione Agire ospita i progetti di 5 dispositivi mobili (carrabili), pensati per aree di marginalità del nostro Paese, e sviluppati da 5 studi italiani in collaborazione con 5 associazioni, intente a contrastare degrado sociale e ambientale: AIB, Legambiente, Emergency, Libera, UISP.

Sintetizzare i tanti contributi presenti è difficile, si ricordano allora i premi attribuiti dalla Giuria internazionale: il Leone d’oro per la miglior Partecipazione Nazionale alla Spagna; le menzioni speciali al Giappone e al Perù, a quest’ultimo per «aver portato l’architettura in un angolo remoto del mondo», la foresta amazzonica.

Il Leone d’Argento come promettente giovane partecipante è andato a NLÉ, Kunlé Adeyemi (Nigeria/Olanda); la menzione speciale a Maria Giuseppina Grasso Cannizzo.

Questa Biennale si ricorderà per la meritata attribuzione del Leone d’oro al miglior partecipante, Gabinete de Arquitectura (Solano Benítez, Gloria Cabral, Solanito Benítez), «per aver messo insieme materiali primari, semplicità strutturale e lavoro non qualificato, per portare la qualità dell’architettura a comunità che ne erano escluse».

Ma si ricorderà soprattutto per il massimo riconoscimento – il Leone d’oro alla carriera – a Paulo Mendes da Rocha, «provocatore anticonformista e allo stesso tempo un appassionato realista».

Il premio, assegnato dal Cda della Biennale, presieduto da Paolo Baratta, su proposta del curatore Alejandro Aravena, è stato accolto con gioia da tutti, per la stima e l’ammirazione verso il progettista brasiliano, Pritzker Prize 2006. Tra le tante ragioni, il riconoscimento è motivato per «la straordinaria qualità della sua architettura che risiede nella durevolezza. […] I suoi progetti resistono alla prova del tempo, sia dal punto di vista stilistico che fisico. [Mendes da Rocha è] persona capace di unirsi a imprese condivise e collettive, e anche di attrarre gli altri a combattere per la causa del miglioramento dell’ambiente edificato».

Una volta terminata la visita alla 15. Mostra Internazionale di Architettura i significati racchiusi nella foto di Bruce Chatwin, che annuncia l’esposizione, appaiono ancor più chiari. Come dice Paolo Baratta la signora sulla scala (l’archeologa Maria Reiche) vede «immense zone abitate dall’uomo, […] realizzazioni molto deludenti che rappresentano un triste infinito numero di occasioni mancate. […] Ma vede anche segni di capacità creativa e risultati che inducono a speranza, e li vede nel presente, non nell’incerto futuro dell’ideologia».

Oggi a Venezia possiamo vedere, toccare, valutare criticamente tanti messaggi positivi e propositivi di un’architettura in azione.

 

 

DIDASCALIE IMMAGINI

Foto Andrea Avezzù. Cortesia La Biennale di Venezia.

BATTLES-WORDS. Cortesia La Biennale di Venezia.

Foto Andrea Avezzù. Cortesia La Biennale di Venezia.

Foto Andrea Avezzù. Cortesia La Biennale di Venezia.

Cecilia Puga. Foto Italo Rondinella. Cortesia La Biennale di Venezia.

El Equipo Mazzanti. Foto Francesco Galli. Cortesia La Biennale di Venezia.

GrupoTalca. Foto Italo Rondinella. Cortesia La Biennale di Venezia.

Spbr, Angelo Bucci. Foto Italo Rondinella. Cortesia La Biennale di Venezia.

Padiglione Italia. Foto Andrea Avezzù. Cortesia La Biennale di Venezia.

Padiglione Spagna. Foto Francesco Galli. Cortesia La Biennale di Venezia.

Padiglione Giappone. Foto Francesco Galli. Cortesia La Biennale di Venezia.

Padiglione Perù. Foto Andrea Avezzù. Cortesia La Biennale di Venezia.

NLÉ, Kunlé Adeyemi. Foto Italo Rondinella. Cortesia La Biennale di Venezia.

Maria Giuseppina Grasso Cannizzo. Foto Francesco Galli. Cortesia La Biennale di Venezia.

Gabinete de Arquitectura. Foto Francesco Galli. Cortesia La Biennale di Venezia.

Paulo Mendes da Rocha. Foto Lito Mendes da Rocha. Cortesia La Biennale di Venezia.