Benevento

L'ultimo giorno di campagna elettorale, la candidata sindaco dei 5 Stelle, Marianna Farese, punta il dito contro il competitor Clemente Mastella.
“Una parte della città, in maniera legittima, ha deciso di schierarsi con Clemente Mastella. La sua candidatura, abilmente preparata con una serie di operazioni (il concerto con Gigi D’Alessio, la donazione alla Moscati da parte dell’amico Della Valle, tornato in città a sussurrare di “possibili” investimenti nel Sannio, destinati ad essere dimenticati dopo giugno) appare la mossa di un politico scafato rimasto fuori dalle stanze del potere, che vede nella sindacatura di una città “piccola” ma strategica nel suo quarantennale sistema di potere la possibilità di un rilancio in grande stile. Mastella ha continuamente suggerito la possibilità che Benevento fosse laboratorio politico di un nuovo polo moderato. Egli ha voluto presentarsi come un politico di rango “nazionale” anche perché, data la sua scarsissima conoscenza dei problemi della città e degli attori che la popolano, avrebbe rischiato pericolosi scivoloni (di qui anche la scelta di non confrontarsi mai con i competitor)”.
Farese continua: “Abilmente è stato capace di ribaltare l’accusa mossagli di essere cariatide della politica, ponendosi come figura rassicurante (il “nonno”) che, con fare pedagogico, educa le giovani generazioni a vedere la politica non solo come corruzione e marciume (altrimenti le si consegna al M5S, all’antipolitica) ma come nobile attività fatta per 'amore'. In realtà, ad ascoltare bene, le motivazioni della discesa in campo sono ben altre: destinata Benevento a finire in mano ai Cinque Stelle, a causa della pessima gestione del centrosinistra (e apparendo complicato il tentativo di Del Vecchio di essere discontinuo da se stesso), si sono aperti degli spazi di agibilità politica da sfruttare per tornare sul proscenio nazionale nel caso di conferma della riforma costituzionale.
Poverissima – secondo la candidata del Movimento -, per non dir nulla, la proposta programmatica. Scorrendo le paginette un po’ sciatte del Programma, ho ritrovato molti elementi mutuati, come detto spesso, dal nostro lavoro, avviatosi a settembre, dalle proposte sul reddito di dignità alla riqualificazione del Malies alle proposte sulla mensa. Se la proposta politica del centrosinistra è resa poco credibile dal decennio alle spalle, quella mastelliana appare come un salto nel passato, incardinata su una visione vecchia di trent’anni della città (e della sua possibile rinascita economica, con la promessa di una industrializzazione calata dall’alto) e su una visione personalistica della politica (che fa del cittadino un “cliens”)... Per me 'questione morale' non significa soltanto avere le mani pulite ma soprattutto testimoniare una politica che abbandona gradualmente tutti gli spazi pubblici (a partire dalla sanità) che ha occupato militarmente per restituirli alla competenza. Mastella ha bisogno di gestire potere perché senza di esso “la macchina politica cui appartiene” smette di funzionare. Non mi dispiace per chi lo voterà perché fa parte della macchina ma per chi crede alla sua visione “paternalistica” della politica... La sfida è portare Benevento nel XXI secolo, non ancora iniziato qui. Non tornare al 1970”.