“I saggi dimostrino saggezza e lascino la decisione alla politica”. Antonella Pepe, segretario regionale dei Giovani Democratici, arriva alla conclusione dopo un ragionamento politico tutto articolato attorno alle prossime candidature che dovrà esprimere il partito, in vista delle regionali. “L’assurdità di questa vicenda – argomenta Antonella Pepe – è muoversi come se si dovesse cercare il candidato più gradito ai segretari di circolo e non quello più utile ad un percorso territoriale e al rinnovamento della Campania. L’amarezza, e in questo condivido le osservazioni di Gino Abbate, è che il partito di Benevento sulle candidature avrebbe potuto mettersi a capo di un ragionamento di respiro regionale. Un’occasione persa per sperimentare anche un metodo nuovo, in grado di esaltare il protagonismo delle aree interne. Questa trovata della commissione dei saggi, incaricati di ascoltare il gradimento dei circoli, è una chiusura alla reale partecipazione. Una farsa! Su chi e su cosa dovrebbero esprimersi i segretari di circolo che vengono ascoltati? Esistono dei programmi? O almeno si sa tra quali candidati è possibile scegliere?”. Un giudizio durissimo quello espresso dalla Pepe accompagnato dal rammarico e da qualche significativa considerazione di natura tecnica. Infatti, se la leader campana dei giovani PD sottolinea l’assenza di qualunque elemento utile per una scelta, non manca nemmeno di ricordare un aspetto cruciale: “La scelta della direzione provinciale produrrà una proposta di candidature che, trattandosi di elezioni regionali, dovrà essere avallata dalla direzione campana. Arrivare ad una proposta in questo modo, vuol dire arrivare con una proposta che indebolisce l’intero PD sannita”. “La vicenda – continua Pepe – avrebbe meritato un dibattito migliore di quello fatto al chiuso di una ‘commissione saggi’. Sarebbe stato utile un confronto aperto, innanzitutto nel partito: di direzioni provinciali se ne potevano organizzare anche 4 per affrontare il tema, e non ridurre l’organismo alla ratificazione delle saggezze altrui”. Un disappunto quello attorno al criterio individuato dalla segreteria provinciale che la Pepe non maschera nemmeno un po’. Allo stesso modo esplicita i contorni del profilo da individuare, soprattutto quando le si prospetta il binomio, sindaco di Benevento - segretario provinciale: “Il partito deve tenere un minimo in conto lo sforzo di chi per dieci anni è stato amministratore del Comune Capoluogo. Non tanto per aver vinto due elezioni al primo turno contro tutti gli avversari del centrosinistra, quanto perché interprete territoriale di un ragionamento amministrativo che ha visto proprio il partito protagonista: le battaglie per una Campania più attenta alle aree interne ed i ragionamenti di sviluppo, non erano corretti? La programmazione amministrativa, l’armonizzazione della spesa strutturale realizzata d’intesa con le altre città campane, tutte politiche condivise dal PD, non contano nulla?”. “Se si vuole essere credibili non si può rinnegare tutto all’ultimo momento con una decisione nata in commissione saggi, altrimenti è bene andare tutti a casa e lasciar fare a loro”.
di Antonio Orafo