Lei ce l’ha fatta, Sara no. Carla Caiazzo venne data alle fiamme mentre era incinta di quel suo stesso ex diventato aguzzino e carnefice di una vita di dolore e piaghe. Però è viva, Carla. Respira, può vedere sua figlia muoversi, crescere, abbracciarla. Quella piccola bambina la diede alla luce con la forza che solo una madre può avere nel salvare la vita di una figlia mentre lei stessa sta rischiando la sua. Sara, invece, non c’è più. E' morta a 22 anni.

Oggi, Carla Caiazzo, aggredita e data alle fiamme a Pozzuoli quattro mesi fa dal suo compagno, parla della giovane Sara Di Pietrantonio, anche lei aggredita, rincorsa e incendiata da un uomo che diceva di amarla. Il dolore di Carla è enorme: “Ancora. È successo ancora. Non è possibile che nessuno riesca a fermare questi bastardi. Lei è morta, il mio assassino mi ha uccisa lasciandomi viva. E non so cosa è peggio”, le sue parole riportate da Il Corriere del Mezzogiorno.

Carla è reduce da tre ore di intervento quando apprende la notizia della morte di Sara. L'ennesimo intervento per tentare di tornare la Carla che era. “Quella povera ragazza ha perso la vita, era così bella. Danzava, studiava. Come è possibile che non l’hanno aiutata? Perché quei due automobilisti non si sono fermati? Riusciranno a dormire per quel che potevano fare e non hanno fatto?”.

Storie di amori malati che portano morte, disperazione e tragedia. “Sara è stata uccisa dall’ex fidanzato, ma lui così come anche il papà di mia figlia, prima di arrivare a tanto, qualche piccolo segnale l’aveva dato. Ecco, non bisogna avere paura di denunciare anche l’episodio più insignificante. Purtroppo ho imparato a mie spese che non sappiamo mai chi abbiamo di fronte”.

Tra non molto, Carla uscirà dall’ospedale.

Tra pochi giorni tornerà a casa per tentare di avere una vita normale. “Non so se mai potrò sentirmi di nuovo viva. Hanno ucciso definitivamente il mio sorriso, mentre l’uomo che mi spargeva alcol ovunque rideva”. Il ricordo di quell'uomo che rideva mentre la incendiava resta il trauma più profondo per quella donna sfregiata, deturpata uccisa dentro.

“Aiutate la sua famiglia”, chiede Carla tra le lacrime. Dolore profondo, straziante. Il messaggio resta lo stesso, quello a tentare che simili tragedia non accadano più. Mai più.

Simonetta Ieppariello