Avellino

 

di Luciano Trapanese

Ad Avellino qualcosa si muove. Piccoli movimenti, incontri, cittadini che ritrovano il senso dello stare insieme e insieme provano a fare qualcosa per migliorare la città. Per salvarla dal lento e inesorabile declino che va avanti da più di un decennio.

Lo diciamo da tempo. La vera politica si fa nelle associazioni. Gente di buona volontà, senza ambizioni personali, che persegue un solo obiettivo: il bene comune.

Un po' il caso del Comitato per Piazza Kennedy. Nato solo ed esclusivamente per tutelare una zona della città, insieme centrale e degradata, afflitta da traffico, inquinamento e non pochi episodi di delinquenza. Ebbene quel comitato ha deciso di aprirsi, di coivolgere anche altri quartieri e altri comitati che perseguono lo stesso scopo: migliorare la vivibilità del capoluogo.

Ieri è stato anche eletto il portavoce del gruppo, sarà Raffaella Manzi. Ad affiancarla nel direttivo Rosanna Rebulla, Pasquale Contrada, Nicola Modugno e Raffaele Di Meglio.

Il primo appuntamento è per il 25 maggio. Una data importante per il comitato. Quando sarà celebrata l'udienza preliminare nei confronti del sindaco Paolo Foti, del suo predecessore, Giuseppe Galasso, di un ex assessore, Giuseppe Ruberto e dell'attuale consigliere comunale, Gianluca Festa.

Nei loro confronti la procura di Avellino ha ipotizzato il reato di omissioni in atti d'ufficio. I quattro amministratori, secondo quanto ricostruito dal pm Roberto Patscot, non avrebbero adottato provvedimenti anti inquinamento, a tutela della salute pubblica, nonostante le centraline per il rilevamento delle polveri sottili in piazza Kennedy avessero segnalato lo sforamento della soglia massima prevista. L’indagine fa riferimento al periodo 2009-2013. Ed è partita anche grazie alle numerose segnalazioni dei residenti.

Una battaglia lunga, quella intrapresa dal comitato contro lo smog che appesta la zona. Tra autobus, macchine e caos quasi ininterrotto.

«Abbiamo deciso di portare le nostre istanze anche in altre zone cittadine – dichiara Raffaella Manzo -. Puntiamo su pochi ma decisivi punti per migliorare la vivibilità di Avellino: lotta all'inquinamento, infrastrutture (e pensiamo alla mai aperta autostazione), e trasporti. Vogliamo così dare un contributo alla crescita di una città che da troppi anni in perenne difficoltà».

Il coordinamento con altri comitati sarà fondamentale. Ma nella galassia dell'associazionismo avellinese non ci sono solo i “comitati di quartiere”. Anche associazioni ambientaliste, culturali, per i diritti civili, di volontariato. Tutte composte da persone che hanno deciso di impegnarsi direttamente, mettersi in gioco con l'esclusivo desiderio di “rendere un servizio” alla comunità. Non a caso abbiamo virgolettato quel “rendere un servizio”, è una locuzione cara a tanti vecchio politici, soprattutto di area democristiana. E in pratica veniva pronunciata spesso quando in luogo di una mancata candidatura il “servizio” proposto poteva essere la guida di un ente.

In questo caso – per fortuna – il “rendere servizio” non implica uno scambio.

L'operato del sindaco Foti è sotto accusa. Per tanti motivi, quasi tutti giusti. Ma in questo momento l'alternativa a Foti sarà un altro Foti, con un nome diverso, ma pur sempre schiavo degli stessi giochi interni a partiti che hanno perso completamente il senso del loro agire.

Ripartire dalle associazioni per costruire il futuro di questa città ci sembra il modo migliore per risvegliare Avellino dal torpore che genera mostri e riaccendere speranze e orgoglio. E' solo un primo passo. Ma era importante partire.