Solofra

Irno service, aveva ragione l'azionariato popolare. La Corte di Appello di Napoli ha condannato la partecipata comunale, che gestisce la rete acquedottistica e la rete del gas metano a Solofra, alla refusione di quasi dodicimila euro in favore dell'azionariato popolare difeso dall'avvocato Francesco Filodemo. La vicenda nasce nel 2012 quando fu nominato il nuovo cda composto da Federico Pirolo, Francesco De Girolamo e Franco Coppola. In quella occasione cinque componenti dell'azionariato popolare lamentando delle irregolarità nella procedure di voto impugnarono la delibera che nominava il nuovo cda. Nel 2013 arriva il lodo arbitrale che annullava la delibera impugnata. Il lodo viene dichiarato esecutivo dal tribunale di Avellino. L'irno service lo impugna davanti alla Corte di appello di Napoli che ora si è espressa in favore dell'azionariato popolare. Ora quindi la società solofrana dovrà pagare quanto dovuto all'azionariato popolare. C'è da dire che dopo il lodo arbitrale, nel giugno del 2013, fu convocata una nuova assemblea dei soci che rielesse il cda confermando Federico Pirolo, Francesco De Girolamo e Franco Coppola. Un passaggio che metterebbe al riparo l'attuale cda dalla decadenza, almeno stando agli amministratori di palazzo Orsini. Attorno alla Irno Service il comune di Solofra ha costruito la sua idea di gestione “in house” del servizio idrico integrato. Ha già rilevato le quote societarie che Salerno energia deteneva in Irno Service ed ora si prepara a dialogare con i privati. Per poter gestire la risorsa idrica, infatti, la società deve essere a totale capitale pubblico. Dopo la pronuncia della Corte di appello di Napoli il confronto tra il comune di Solofra, socio di maggioranza, e l'azionariato popolare rischia di essere più complicato

G.A.