"Si voterà solo di domenica sia alle elezioni comunali del 5 giugno (ballottaggio il 19) che al referendum sulla riforma costituzionale in autunno". Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano dopo il Consiglio dei ministri di oggi.
Il voto per due giorni di fatto sarebbe costato di più. Una spesa evitabile. Senza troppe incertezze. A proporre l'allungamento su due giorni era stato  lo stesso Alfano, che in Consiglio dei ministri ha motivato il ritiro della sua proposta con le polemiche «pretestuose e strumentali» che sono state sollevate.

«Avevo proposto - ha spiegato Alfano in Consiglio dei ministri - l'estensione del voto sia al lunedì di questo turno amministrativo che a quello della consultazione referendaria, e ovviamente per tutte le elezioni a seguire, per andare incontro a una istanza che mi veniva rappresentata da più parti e cioè di ampliare la partecipazione al voto e ridurre i rischi di astensione dalle urne. Esigenza che, tra l'altro - ha rimarcato - mi era stata rappresentata in prima battuta proprio da quei partiti di opposizione che, in questi giorni, ne hanno poi approfittato per attaccare il Governo su presunte paure presenti e future. Di fronte a tante polemiche pretestuose e strumentali - sia riguardo i costi sia riguardo a chissà quali strategie occulte che sarebbero state alla base di questa mia iniziativa - valuto opportuno lasciare le cose così come stanno». 
La spesa in più per votare anche di lunedì «non sarebbe stata di centoventi milioni di euro, ma l'incremento sarebbe stato di circa cinque milioni di euro per le amministrative e di circa diciotto per il referendum», ha poi precisato il ministro, riferendosi ad alcune stime circolate riguardo l'aumento dei costi dovuto al voto su due giorni.

Redazione