Benevento

«Stupisce che Nazzareno Orlando parli di questioni amministrative senza adeguato approfondimento. In  commissione Cultura il suo leale contributo è stato sempre da me giustamente attenzionato. Noi crediamo nella necessità di fare sistema insieme ad altre forze politiche, ma non è che un Comune può decidere di affrontare una competizione quando vuole, a prescindere dalle scadenze e dalla tempistica indicata da chi la competizione l’ha organizzata. In questo caso, parliamo evidentemente della candidatura di Benevento a Capitale italiana della Cultura 2018, la prima scadenza, quella per la trasmissione della manifestazione di interesse alla partecipazione al bando Mibact è fissata al 30 maggio. E non da noi, ma dal Ministero».
Parte da qui Angelo Miceli, consigliere comunale Pd per risponde alle accuse di Nazzareno Orlando.

«E dunque? Nazzareno Orlando è scettico? Ce ne faremo una ragione. D’altronde, altri erano scettici anche quando ci candidammo al riconoscimento Unesco, e sappiamo tutti come è andata a finire. La differenza sta tutta qua: c’è chi come il PD sgomita un po' dovunque per assicurare opportunità a Benevento, accettando sfide che poi si possono vincere o perdere, e chi si limita ad alzare il ditino per protestare. Questione di ambizioni. Noi ne abbiamo avute e vorremmo continuare ad averne, per il bene della nostra comunità”.

“E passiamo al tema dei teatri e delle strutture culturali. Il saldo degli spazi a disposizione della città è positivo o negativo? Il conto è semplice. Partiamo dal teatro De Simone: oggi c’è, nel 2006 non c’era. L’amministrazione di cui Orlando faceva parte, infatti, destinava uno dei teatri più belli della città a… bar! I beneventani lo ricordano bene. Anche l’arena dell’Arco del Sacramento, ridotta sino al 2006 a discarica a cielo aperto, ieri non c’era e oggi sì. E così pure il teatro San Nicola, da noi ristrutturato, che sarà affidato alla gestione del Conservatorio. L’elenco prosegue con il Piccolo Teatro Libertà di via Santa Colomba. E ancora: a breve inaugureremo San Vittorino III, un altro gioiello. Mentre la Spina Verde, inaugurata da poco, presenta una mediateca e un ulteriore teatro in via Salerno, zona San Modesto. Ben sette, dunque, gli spazi culturali in più che questa amministrazione lascia alla città e che nel 2006 non c’erano. Se vuole, Orlando, io e Raffaele Del Vecchio ci offriamo per accompagnarlo in un tour per questi luoghi. Troveremo un’unica struttura inagibile: il teatro Comunale. Le ragioni le conosciamo tutte e risiedono nella necessità di adeguare la struttura alla nuova normativa europea antincendi. Il progetto c’è e da tempo. E’ rimasto a prendere polvere in qualche ufficio della Regione Campania per anni: Caldoro non ha mosso un dito, Sandra Lonardo Mastella, consigliere regionale a sostegno di Caldoro, pure. Orlando può chiederle il perché. Ma anche questo è un tema superato. Il nuovo presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ha infatti destinato 510mila euro proprio al Comunale. La delibera c’è già, ora serve il decreto di finanziamento e i lavori potranno cominciare”.

Per quanto attiene alla possibilità di investire di ciò l’attuale Consiglio, mi permetto di segnalare all’amico Orlando che lo scopo della norma che ne regola l’attività in questo periodo, come noto, è quello di evitare, nel periodo transitorio del rinnovo dell’organo elettivo, che quest’ultimo sia indotto ad emanare atti che incidono sulla libera formazione della volontà elettorale dei cittadini, alterando inoltre la par condicio tra le forze politiche partecipanti alla competizione elettorale (cfr., in tal senso, T.A.R. Veneto, 24 aprile 1996, n. 1273). Il Consiglio di Stato, infatti, ha da tempo chiarito che “i limiti alla potestà deliberativa del consiglio comunale durante la campagna elettorale per il rinnovo dei componenti del predetto organo stabiliti dall’art. 38, comma 5, del d.lgs. n. 267/2000, trovano la loro ragion d’essere nell’esigenza di prevenire ogni interferenza dell’organo in carica con il libero svolgimento della competizione elettorale. La scelta degli elettori potrebbe, invero, restare condizionata da scelte di particolare rilievo politico nell’imminenza delle votazioni che, in alcuni casi, potrebbero per di più provenire da soggetti che a loro volta rivestano la qualità di candidati al rinnovo dell’organo” (Consiglio di Stato, I Sezione, 15 ottobre 2003, 2955).

 

Ecco noi siamo abituati a fare le cose con un certo stile e nella trasparenza degli intenti e delle procedure. Avessimo trovato leale collaborazione tra tutti gli aspiranti amministratori beneventani e non, avremmo anche potuto investire il Consiglio. Ma tanto il comportamento del M5S nell’ultimo consiglio sui debiti (cagionati dai nostri predecessori) tanto la nota di Orlando, ci confortano nell’aver scelto la solita, per noi, strada del fare".

 

 

Redazione Bn