Colpo di scena nelle indagini sull'omicidio di Giovanna Arrivoli, la donna 41enne che stava per diventare uomo, uccisa come un boss e ritrovata semisepolta lunedì sera a Melito. Il cadavere venne trovato in una fossa accanto ad un palazzo mai finito, invaso da senzatetto. I carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno fermato l'uomo che avrebbe sepolto il corpo di Giò, cosi si faceva chiamare la vittima, che gestiva un bar nel quartiere 219 di Melito, una delle maggiori roccaforti del clan Amato - Pagano.
 
 
L'uomo è stato indentificato grazie alle impronte digitali, lasciate sulla pala e agli altri attrezzi, utilizzati per scavare la fossa  per la vittima e anche dalla posizione del gps del suo cellulare.  Il fermato è  accusato di occultamento di cadavere, con l'aggravante di aver favortito il clan. Si aspetta la convalida del fermo. 

Redazione Na