Nonostante la Buona Scuola sia passata, nel Luglio scorso e in maniera antidemocratica, non si è mai fermata la mobilitazione degli studenti e delle studentesse contro questa riforma e contro questa idea di scuola, che mette al centro l'idea di valutazione esportata con le Invalsi, dando a questi test una centralità ed uno strapotere assoluto: sono considerati come modello per la rilevazione della qualità (quale?) dell'istruzione italiana e sono funzionali a classificare le scuole. Soffocando la didattica, le attitudini e le capacità individuali degli studenti, i risultati di questi test serviranno a capire, in base ai loro risultati, quali scuole finanziare maggiormente una volta classificate. 

Noi studenti siamo stanchi di essere schedati, siamo stanchi di essere messi in competizione tra noi. Questi test umiliano noi, la nostra intelligenza e allo stesso tempo umiliano il lavoro e la figura del docente, che diventa così uno sterile somministratore di nozioni che dovrà poi controllare quante ne abbiamo apprese e quanto riusciamo a ripeterle." - dichiara Gigi Cannavacciuolo, coordinatore regionale dell'Unione Degli Studenti Campania - "Utilizziamo lo strumento del boicottaggio perché pensiamo che questo sia un atto di disobbedienza civile nei confronti di questo modello di valutazione a cui ci opponiamo. Lede le differenze personali di ciascuno di noi e mortifica la didattica che quotidianamente si fa nelle classi.

Con la campagna "Nessuno ci può giudicare" abbiamo presentato il nostro modello di valutazione alternativo: vogliamo che la valutazione narrativa, che diventi una pratica pedagogica e svesta il ruolo attuale di controllo e punizione. Per farlo, il voto deve essere, oltre che tempestivo, positivo (nel senso che deve sottolineare i punti di forza dello studente), trasparente e inclusivo, processuale (basato sulla condivisione), diacronico (cioè che deve considerare i punti di partenza e quelli di arrivo), significativo e costruttivo, deve essere capace di indicare allo studente cosa fare dopo il voto: come colmare le carenze e potenziare le capacità."

"Questi test stanno stravolgendo la didattica." - afferma Sara Santorelli, responsabile organizzativo dell'UdS Campania - "Già da tempo diciamo che la didattica nozionistica e la lezione frontale non possono essere gli unici modi per trasmettere i saperi. Ora, on la centralità assunta da questi test, in moltissime scuole si sta perfino espandendo il vergognoso fenomeno del "teaching-to-test", ovvero l'insegnamento finalizzato soltanto alla buona riuscita dei test a risposta multipla. Si bloccano i programmi per imparare a riempire le crocette, causando enormi disagi agli studenti. I saperi e la conoscenza non possono essere racchiusi in un quadratino."

"La battaglia contro le Invalsi è una battaglia generale: vogliamo destrutturare questo modello di valutazione. Oltre al boicottaggio, stiamo raccogliendo le firme per i Referendum Sociali, che contengono, oltre ai quesiti contro la devastazione ambientale, quattro quesiti per abrogare le parti più generali della Buona Scuola, tra cui proprio l'abrogazione delle funzioni assunte con questa riforma del Comitato di Valutazione" - continua Margherita Iommazzo, dell'esecutivo regionale - "oltre al finanziamento dei privati alle singole scuole, al potere del preside-manager che potrà scegliere liberamente chi docente assumere, e l'obbligo delle 200 e 400 ore di alternanza scuola-lavoro. Questo fine settimana infatti, il 14 e 15 Maggio, organizzeremo 1000 banchetti in tutta Italia per raccogliere quante più firme possibili contro le politiche di questo Governo illegittimo."

Redazione