Non fu incidente, secondo la procura di Napoli, e il passo successivo nell'inchiesta potrebbe essere la perizia medico-legale sulle spoglie mortali del piccolo. «Esumare il corpo di Antonio Giglio è un atto inevitabile per fugare perlomeno i dubbi relativi alla causa del decesso». Come riporta ilmattino.it il professor Paolo Picciocchi, esperto di patologia forense spiega la necessità di procedere con un esame autoptico nonostante dalla morte del piccolo siano trascorsi 3 anni.«Il cinquanta per cento delle evidenze si palesa durante il sopralluogo giudiziario che si esegue immediatamente dopo l'episodio da chiarire, tuttavia visti i dubbi emersi a distanza di anni, ricorrere ad un'autopsia, anche se postuma, è inevitabile». Per la tragica fine di Antonio, che aveva solo 4 anni quando morì, al Parco Verde di Caivano, da due giorni si indaga per omicidio volontario. 

«Salvo casi di mummificazione della salma, rari ma non impossibili,- continua il professor Picciocchi - la conservazione dei tessuti molli è da escludere visto il tempo trascorso, tuttavia bisogna andare fino in fondo, acciocché si stabilisca nei limiti del possibile la reale causa del decesso. La precipitazione accidentale presuppone infatti che il corpo venga trovato a poca distanza dal muro in cui si trova la finestra dalla quale il soggetto è caduto - spiega sempre il professore a ilmattino.t -. Se invece il punto d'impatto è più lontano di un metro la possibilità che la vittima sia stata spinta va tenuta altamente in considerazione». 

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