di Luciano Trapanese

Su quel ragazzo violento, quel boss in ascesa che usa Facebook anche per lanciare i suoi “proclami”, per ribadire le sue ambizioni e per insultare i nemici, si sono puntati da tempo i riflettori. Dopo la paranza dei bambini, che ha incendiato le strade di Forcella e dei Quartieri Spagnoli e le pagine di cronaca per mesi, l'attenzione si è spostata da tempo su Miano, Napoli Nord, quartiere di don Guanella, il covo del suo giovane clan. Troppe luci, troppa sovraesposizione, troppo sangue. Questa mattina all'alba i carabinieri della compagnia del Vomero, insieme agli agenti della squadra Mobile di Napoli, hanno arrestato Walter Mallo, 26 anni, considerato il capo indiscusso del gruppo che ha dichiarato guerra aperta ai vecchi boss.

Nei suoi confronti è stata eseguita una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip su richiesta della dda partenopea. Deve rispondere di associazione di tipo mafioso e detenzione di armi da fuoco. Un provvedimento urgente, che ha anche uno scopo preciso: mettere fine alla sanguinosa faida che oppone da mesi i Mallo con i Lo Russo, e non solo. Il clan – secondo le ricostruzioni degli investigatori – è ritenuto responsabile della strage dei Vastarella, in via Fontanelle, nel cuore del rione Sanità. Uno dei quartieri dove è aperta la guerra per la conquista delle piazze di spaccio.

Insieme a Walter Mallo sono finiti in cella anche due suoi uomini di fiducia. Paolo Russo, 25 anni, è stato arrestato insieme al boss nell'edificio 59 del rione don Guanella. Una struttura sottratta al legittimo proprietario e diventata la roccaforte della banda.

Il terzo arrestato è Vincenzo Danise, anche lui di 25 anni. Gli investigatori lo hanno catturato a Giugliano di Napoli.

Nel covo di Mallo è stato trovato anche un pitone, tanto per rinverdire la mai tramontata passione dei boss per gli animali pericolosi (in altri casi sono state trovate tigri, giaguari, ghepardi).

Walter Mallo è sfuggito a un attentato solo qualche giorno fa. Nella zona di Fuorigrotta gli sono stati esplosi contro colpi di pistola mentre era in sella a uno scooter. Se l'è cavata con una ferita ad un braccio. Era nel mirino. Come tutti, in una guerra che è ormai senza quartiere. Ha sfidato i vertici di clan storici. Eppure non aveva paura, si sentiva intoccabile. Altrimenti non sarebbe andato in giro di notte in sella ad uno scooter.

Ha colpito in alto il clan Mallo. E duro. L'attentato contro i Vastarella (due morti e tre feriti), ha calpestato piedi importanti. I Vastarella sono storicamente vicini all'Alleanza di Secondigliano (formata dai Contini, Mallardo, Lo Russo, Ferone, Stabile, Prestieri, Bosti e Bocchetti), e al clan Licciardi della Masseria Cardone.

Ma come questo giovanissimo gruppo ha trovato la forza di dichiarare guerra a uno dei cartelli più potenti della camorra napoletana?

E' una storia che ha una genesi breve. Qualche anno appena. Walter Mallo aveva fatto dei “favori” ai Licciardi. Si era “comportato bene”. Al punto da meritarsi il permesso di gestire con i Lo Russo le piazze di spaccio del rione Sanità. Insieme ai clan Esposito e Spina. Ma la situazione non regge. Troppi galli nello stesso pollaio. I Mallo – questa la ricostruzione degli investigatori – uccidono Pierino e Giuseppe Esposito ed entrano in contrasto con i Lo Russo. Risultato: vengono cacciati dalla Sanità, dove rientrano due storiche famiglie del quartiere, i Vastarella e i Tolomelli.

I Mallo sono giovani. E ambiziosi. I rapporti, i legami, le alleanze con le vecchie famiglie non sono questioni alle quali danno grande rilevanza. Aspettano il momento buono per agire, per muoversi di nuovo dall'area nord e occupare i quartieri del centro storico di Napoli. E il momento buono arriva. Gli arresti creano un vuoto di potere nella zona. E così partono le “stese” per manifestare la forza del gruppo di Miano. “Stese” ripetute più volte, anche nel centro della Sanità. E che hanno come apice la strage dei Vastarella, in via Fontanelle. Ma non è tutto. Le manette a Carlo Dello Russo e a suoi tre fedelissimi (per l'omicidio di Pasquale Izzi), oltre al pentimento dei fratelli Mario e Salvatore Lo Russo, in aggiunta alla cattura di Roberto Manganiello, reggente dei Marino alle Case Celesti, e di Antonio Nicolao, reggente dei Licciardi a Secondigliano, aprono le porte all'ascesa dei Mallo. Ancora attentati e “stese” (decine di spari tra le strade delle roccaforti dei nemici).

La dda ha deciso di fermare il nuovo clan. Di mettere fine, con un provvedimento urgente, all'ascesa sanguinosa del ragazzo boss. Ma capiremo solo tra qualche giorno se le manette bastano a spegnere il fuoco che infiamma Napoli.

Al momento dell'arresto, proprio come altri boss della camorra, Walter Mallo ha esibito ai fotografi un sorriso rassicurante (o inquietante). Gli mancava solo la coppola rossa, antico simbolo che i capoclan indossavano dopo ogni cattura. Un modo per dire: sto in cella, ma comando sempre io.