Benevento

Decidere di differire la scelta e con uno stratagemma, ed affidare ad un organismo terzo l’onere della selezione. Deve essere apparsa una gran furbata ai promotori dell’escamotage, ma anche quando la si osserva da lontano, la soluzione a cui si vuole affidare la segreteria del PD per individuare i candidati consigliere alle prossime Regionali, risulta una pericolosissima scorciatoia. Una strada apparentemente lastricata di buone intenzioni, per certi versi anche soporifera perché capace di allentare le tensioni nel momento di maggiore fermento, ma allo stesso tempo un tratto di cammino che potrebbe trasformarsi in un Vietnam per il PD sannita. Di fronte all’arzigogolo sarebbe pronto ad arrivare il redde rationem di palazzo Mosti. Ma andiamo per gradi. Non è un mistero l’aspirazione di correre alle prossime Regionali del sindaco di Benevento, Fausto Pepe. Un po’ più nell’ombra, ma ormai anche questa iperacclarata, è poi maturata l’ipotesi di candidatura del segretario provinciale, Mino Mortaruolo. Di mezzo non mancano anche le attese di altri prestigiosi outsider che nella contesa per una posto in prima linea potrebbero giocare un ruolo decisivo. Con queste premesse di scenario, con in corsa il primo cittadino del Capoluogo, il segretario provinciale del partito, amministratori e altri pezzi del partito, difficile immaginare una sintesi indolore. E così l’uovo di Colombo, rispetto allo stillicidio in presa diretta, deve essere parsa la differita delle contesa: affidamento della selezione ad una commissione di ascolto, attraverso la valutazione di profili e nomi dei possibili candidati. Il presidente del partito, Rossano Insogna, non dà nulla per certo, ma sembrerebbe che gli ‘esami’ dovrebbero essere scanditi da un rigoroso ordine alfabetico con i possibili candidati ascoltati dalla commissione per un tempo uguale per tutti. Una sorta di Talent Show che avrebbe il pregio di scrivere un’altra pagina degna di essere ricordata e magari essere utilizzata come termine di paragone. Questi i componenti della commissione individuati dalla segreteria provinciale e di cui, però, non fa parte il segretario provinciale: Giovanni Cacciano (vicesegretario), Antonio Iavarone (segretario giovani), Claudio Ricci (presidente Provincia), Marcello Palladino (segretario cittadino), Franco Damiano (sindaco di Montesarchio, rappresentante grandi comuni), Mena Laudato (sindaco di Arpaise, rappresentante piccoli comuni). Presiederebbe l’organismo lo stesso Insogna. Di fronte all’ipotesi di un esame condotto in questo modo, con bocciatura che viene ritenuta scontata, sarebbe emersa da parte del candidato più autorevole la volontà di rompere gli indugi: nelle prossime ore è attesa la contromossa di Fausto Pepe che, a questo punto, messo nella condizione di avere poco da perdere sarebbe pronto a clamorose iniziative da assumere a stretto giro.

di Antonio Orafo