Un consiglio comunale aperto che si è protratto per circa tre ore. Tanti interventi e un deliberato da parte dell'amministrazione comunale telesina che, pur registrando l'unanimità della tavola consiliare, non ha mancato di far emergere alcuni distinguo. Questo, in estrema sintesi, quanto emerso dall'incontro convocato per discutere sul difficile momento dei lavoratori della Fondazione Maugeri. Dei 240 lavoratori impegnati presso la struttura telesina, accomunati in questa vertenza - come ha ben illustrato il sindaco Pasquale Carofano - ad altri 3.500 colleghi delle venti sedi disseminate in tutta la Penisola. Il deliberato provede di? fare voti alla Fondazione Maugeri affinché: siano corrisposti con regolarità gli stipendi; vengano mantenute le condizioni che caratterizzano l'attuale asset, compreso il contratto di sanità pubblica; vengano attivate le strategie per un'efficace piano di risanamento; affinchè il consiglio di amministrazione ponga attenzione alle misure previste dal business plan. Ed ancora: attivare un tavolo di crisi regionale; richiamare l'attenzione del Ministero della sanità; attivare ogni controllo da parte della Regione su tutti gli atti previsti dalla convenzione siglata tra Fondazione e Regione nel 2013. Capasso, pur votando la stessa, non ha mancato, attraverso una dichiarazione di voto, di rimarcare l’insufficienza di una delibera “poca incisiva”, che in sostanza demanda ad altri enti e affida ad altri tavoli la questione. Da parte dei rappresentanti dell’opposizione consiliare, Fuschini ha invece espresso (e richiesto) che alla luce di quanto emerso dai vari interventi registrati bisognava integrare il deliberato con la richiesta di predisporre un esposto della situazione complessiva della struttura telesina in relazione alla convenzione in corso con la Regione Campania, da inoltrare a tutte le autorità competenti (Ministero, la stessa Regione, Asl e Prefettura). A preparare il terreno per questo deliberato l’intervento dei rappresentanti del mondo sindacale (Cisl, Cgil e Usb), e del mondo della rappresentanza politica. Interventi che hanno rimarcato con forza soprattutto il silenzio fatto registrare fin qui dalla Regione Campania, indirizzando le accuse soprattutto verso il presidente Stefano Caldoro, interssato dalla vicenda anche perchè titolare diretto delle competenze del settore sanitario. Prima Giuseppe Di?Mezza (Cisl), poi Giulia Abbate (consigliere regionale del Pd) ed infine Gianserena Franzè (Cgil) hanno rivolto l’attenzione sul già citato accordo tra Fondazione e Regione, mai ratificato con una delibera di giunta e di cui praticamente ne conosce i contenuti. Nonostante tanti richieste avanzate in più occasioni. Con Abbate che ha rafforzato:?“Ho chiesto più volte un'audizione della Commissione sanità. Ma il management continua a rifiutarsi. Nelle altre Regioni, le Commissioni sanità hanno prodotto atti concreti. I lavoratori e i sindacati hanno mostrato comprensione, ma manca l’attenzione della Regione e si registra l'assenza della Fondazione”. E in più passaggi sono emersi anche gli atti prodotti dalle altre Regione interessate (in particolare Lombardia con Piemonte e Puglia) che alla Fondazione hanno intimato di non modificare le carattristiche contrattuali (con il paventato passaggio dalla contrattazione pubblica a quella privata), pena misure negative per quanto concerne le risorse assegnate. Tanti aspetti analizzati, tanti timori sollevati (in particolare dalle forze sindacali) per una vicenda che fa vivere in ansia un esercito di lavoratori. Con lo sguardo a Pavia, agli incontri dell’8 e 9 gennaio. Per conoscere ulteriori aspetti di una vicenda poco chiara e ingarbugliata. Che pesa come un macigno sul futuro di tanti.
Pasquale Carlo