“Sono stato bocciato perché devo lavorare, non ho tempo per studiare”, – Mauro, 15enne, nato a Napoli, racconta il suo rapporto con la scuola e la scelta di lasciarla a Vanity Fair. Mauro non conosce l’adolescenza, è nato grande, senza tempo per sognare. «Una cosa che mi piacerebbe fare più avanti c’è. Vorrei diventare cuoco ma non so se potrò permettermelo, per ora frequento i corsi del centro di quartiere». Il centro di cui Mauro parla si chiama Frequenza 200, realizzato dalla onlus WeWolrd che ha dato vita a un network nazionale che opera sul territorio e online per fare rete contro la dispersione scolastica e assistere i giovani che crescono in famiglie con mezzi limitati.

Mauro, sesto di dodici fratelli, ha appena compiuto 15 anni e per il quartiere in cui vive, «Salicelle», andare a scuola è un’onta, qualcosa di cui vergognarsi. «Ho frequentato all’inizio solo per l’obbligo scolastico ma sapevo che non avrei terminato l’anno, infatti sono stato bocciato per le assenze».

Mauro vive con la sua famiglia, in tutto 14 persone, in un appartamento di 70 metri quadri. «Non c’è spazio per dormire, viviamo tutti in un’unica stanza. Cinque dei miei fratelli hanno problemi fisici, non saranno mai autonomi, contano su di me per vivere».  

Redazione Na