«Penso a Ciro tutti i giorni e mi dispiace per quello che è successo». Sono le parole pronunciate in aula oggi da Daniele De Santis, detto Gastone l'ultras romanista imputato per l'omicidio di Ciro Esposito ferito da alcuni colpi di pistola negli scontri del prepartita della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina la sera del 3 maggio 2014. «Ho esploso io i colpi di pistola ma quell'arma non l'ho portata io, ce l'aveva un tifoso del Napoli. Ricordo di avere cercato di chiudere il cancello del Ciak Club, ma di non esserci riuscito e di essere stato aggredito da un gruppo di napoletani che mi hanno ferito ad una gamba». De Santis, difeso dall'avvocato Tommaso Politi, ha aggiunto di non essersi «neanche reso di conto» di aver colpito Ciro e che «c'era una persona a terra». Una deposizione contraddittoria, la sua secondo il parere dell'avvocato della famiglia Esposito Angelo Pisani non credibile, che rappresenta un’ulteriore, grande prova della sua colpevolezza». Con l’interrogatorio di De Santis si conclude la fase dibattimentale con l'escussione dei testi. Alla prossima udienza – fissata per il 19 aprile – ci sarà la requisitoria del pm. «Auspichiamo – ha concluso Pisani – che il pubblico ministero chieda ed ottenga la condanna all’ergastolo, perché la massima punizione sarà l'unico modo per rendere giustizia alla memoria di Ciro e alla sua famiglia».

Redazione Na