Lauro

Ottopagine e Ottochannel denunciano (o, meglio, danno voce alle segnalazioni dei cittadini attraverso la rubrica SOS Città), e la Polizia Municipale di Lauro sequestra. I vigili lauretani, insieme ai Carabinieri della locale stazione, hanno posto i sigili alla vasca di contenimento e alle aree attigue ubicate nei pressi della frazione Pignano. Le nostre telecamere erano state in quei luoghi per evidenziare lo stato di degrado e di incuria in cui versano, da ormai 7 lunghi anni, le opere per la mitigazione del rischio idrogeologico, realizzate dopo la frana di Quindici del 1998. Cattedrali nel deserto, eterne incompiute, diventate loro malgrado ricettacolo di rifiuti. Ma anche cantieri mai ultimati che, oltre a mettere a repentaglio l'incolumità pubblica, creare disagi e disservizi ai cittadini. La mancata ultimazione delle opere di canalizzazione delle acque meteoritiche, infatti, ha fatto sì che una strada di collegamento tra la frazione e il centro di Lauro rimanesse interrotta per diversi anni. 

Ora, però, qualcosa sembra muoversi. Su input dell'assessore all'ambiente del Comune di Lauro, Annibale Rega, stamane l'intera area è stata posta sotto sequestro. Il che sta a significare che partirà una denuncia alla Procura della Repubblica finalizzata ad accertare le responsabilità dello scempio ambientale. «La line dura prevale - tuona l'assessore Rega - Chi ha in custodia quell'area deve rispondere e se ci sono responsabilità, anche di natura penale, deve pagarne il prezzo. Non potevamo fare diversamente, considerato che siamo in presenza di un'area dove è evidente lo sversimento di rifiuti speciali, la cui presenza mette in pericolo la pubblica e privata incolumità».

Poi l'appello ai cittadini. «Le persone devono cominciare a collaborare - aggiunge l'assessore Rega - Devono segnalare prontamente chi sversa materiale nella vasca e chi procede ad appiccare i roghi. Noi faremo la nostra parte, invitando la magistratura a fare piena luce sulla vicenda. Chiunque ha responsabilità di questo disastro, deve essere perseguito penalmente».

 

Rocco Fatibene