Nocera Inferiore

È stata presentata questa mattina, presso il ristobar Cibarti, a Salerno, la seconda edizione della rassegna teatrale “L’Essere & L’Umano” a cura dell’associazione Artenauta Teatro diretta da Simona Tortora che prenderà il via il prossimo 15 aprile presso il Teatro comunale “Diana” di Nocera Inferiore. Cinque gli spettacoli in cartellone che partiranno con un gradito ritorno sul palcoscenico del “Diana”, quello di Roberto Latini, fondatore della compagniaFortebraccio Teatro nonché autore, attore e regista dell’apprezzatissimo “I Giganti della Montagna” che lo scorso anno inaugurò la prima edizione della rassegna nocerina. Vincitore del Premio Ubu 2014 come Miglior Attore e del Premio della Critica dell’Associazione nazionale dei Critici di Teatro 2015, Latini, il prossimo 15 aprile, alle ore 21, aprirà la seconda edizione della rassegna “L’Essere & L’Umano” con il suo nuovo lavoro, “Metamorfosi (di forme mutate in corpi nuovi)”, tratto dall’omonima opera di Ovidio.

«Si rafforza - per la seconda edizione della rassegna di Artenauta dal titolo binòmico che prova a scindere due dimensioni solitamente sovrapposte allo scopo di meglio penetrare i loro valori intrinseci - un’offerta “on the stage”  che si pone l’obiettivo di coniugare informazione e formazione», così questa mattina ha esordito la direttrice artistica della rassegna, Simona Tortora, nell’incontro con i giornalisti che domani si ripeterà alle ore 11 presso il Palazzo di Città di Nocera Inferiore.

«L’essere, dunque: per noi, a partire da quello unico e immutabile inventato da Parmenide, spiegato dai paradossi di Zenone e rinvigorito dalla lotta con il non-essere platonico per giungere all’odierna simbiosi con la produzione del linguaggio nella sua articolata diversità, ciò che importa è la sua capacità di esprimersi. Che è la stessa che la lega all’umano, all’uomo, l’unico animale in grado di non adeguarsi alla realtà sensibile: “colui-che-può-dire-di-no”. Privo di essenza predefinita, l’umano si espone all’apertura al mondo e nella sua ricerca perenne di una seconda natura (il cuore, la mente) scopre l’importanza del processo di formazione. Processo che, nel lavoro quotidiano di Artenauta, va a braccetto con gli step informativi. La rassegna che presentiamo rientra in questa prassi, almeno sull’essenziale versante estetico. Due parole che costituiscono la parte più vera di noi stessi, stratificata in dubbi e opposizioni. Di quanta forza e fragilità siamo fatti? Di quanto coraggio e paure siamo composti? Di quanta bellezza e orrore siamo capaci? Di quanto amore e odio? Attraversiamo la vita con incedere malsicuro fissi ad un orizzonte troppo lontano per potervi distinguere anche solo il profilo delle risposte a domande di tale portata. Per buona sorte, a soddisfare la sete di conoscenza dell’umano subentra la taumaturgica virtù delle arti, tra le quali ve n’è una che assume su di sé l’onere della rivelazione: l’arte teatrale per la quale corpo e parola s’adoprano uniti. Il primo - presenza fisica in uno spazio rappresentativo (il teatro o altrove) - pone la sua espressività  al servizio dell’essere, della sua natura e della sua socialità. La seconda, si rafforza grazie alla valenza simbolica che acquisisce in un contesto dove il suo ruolo è quello di rifare la vita, mediante la vis poetica, proponendo, contro la mera finzione scenica, un altro reale, dove le risposte alle domande del nostro incipit prendono forma, secondo il dettato dei classici, da Aristotele a Mejerchol’d.   La rassegna programmata offre quattro variazioni intorno ai motivi ora accennati».