Acqua, ora per il Pd l'affidamento della gestione ad una società pubblica diventa "prioritario". La gestione, insomma, non deve più essere "obbligatoriamente pubblica" con buona pace dell'esito del referendum del 2011 che, in buona sostanza, voleva i privati fuori dalla gestione della risorsa idrica perchè con l'acqua non si possono fare profitti. E’ stato, infatti, stralciato dalla proposta di legge M5s l’articolo 6 sulla ripubblicizzazione che avrebbe permesso l’applicazione del referendum del 2011. I deputati grillini e di Si-Sel hanno manifestato con cartelli davanti a Montecitorio: “Stravolto l’esito del referendum: arroganza della maggioranza senza confini.L’acqua non si vende“. La deputata M5s Federica Daga ha annunciato che lei e i colleghi ritireranno la firma dal provvedimento. La capogruppo 5 stelle in Senato Nunzia Catalfo: “Il Pd vuole affossare il volere di 27 milioni di italiani”. L’emendamento, approvato alla Commissione ambiente della Camera con il voto contrario dei deputati M5s e Si-Sel, è passato nonostante il parere negativo del ministero dello Sviluppo economico. Per il Mise, secondo il testo che l’agenzia Public Policy ha potuto vedere, “il generico utilizzo” della formulazione in via prioritaria non sarebbe “conciliabile con i principi di concorrenza, in quanto non vengono esplicitati i criteri con i quali scegliere l’opzione di affidamento in house o altra tipologia”. Attualmente la legge prevede invece che “l’affidamento diretto può avvenire a favore di società interamente pubbliche”, sempre in possesso dei requisiti necessari.

G.A.