Sugli scaffali, occhio a non cadere nel tranello del finto miele made in Italy. Un barattolo di miele su due, in vendita in Italia, è stato prodotto all’estero, principalmente in Ungheria, Cina e Spagna. Eppure la Campania produce oltre 2 milioni di chilogrammi all’anno, con Avellino che vanta oltre 150 aziende apistiche, per oltre 9mila alveari e una produzione che sfiora i 350mila chilogrammi di miele prodotto in provincia. “Sugli scaffali troviamo troppo spesso miele spacciato per italiano che italiano non è – spiega il direttore di Coldiretti, Salvatore Loffreda - spesso di bassa qualità e dall’origine incerta. Bisogna perciò prestare molta attenzione al miele che si acquista. Il nostro consiglio è di rivolgersi direttamente ai produttori o ai mercati di Campagna Amica dove c'è la certezza di portare a casa prodotti sicuri e di prima scelta, con un’etichettatura chiara e trasparente. Il consiglio è di acquistare miele esclusivamente locale, senza aggiunte, con il sigillo di garanzia e bisogna fare attenzione a non confondere l’indirizzo del produttore con l’origine effettiva del miele”. Il miele prodotto sul territorio nazionale - dove non sono ammesse coltivazioni Ogm - è riconoscibile attraverso l'etichettatura di origine obbligatoria. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale, mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi della Ue, l'etichetta deve riportare l'indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari, deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre, se si tratta di un mix, va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”. Occhio, dunque, a prossimi acquisti.