Benevento

Quello dell'Italia all'Aviva Stadium di Dublino è stato un calvario. Gli azzurri sono stati poco incisivi al placcaggio e i verdi d'Irlanda hanno subito dilagato. Solo con l'Inghilterra nel 2001 (80-23) andò peggio del 58 a 15 di oggi quando la squadra di Brunel non è mai stata in partita. Quella azzurra è sicuramente una netta involuzione rispetto al passato e anche alle prime due partite. L'Italia vista in Francia era un'altra cosa rispetto a quella vista a Dublino e le assenze hanno pesato molto. Il nostro movimento non produce una quantità tale di giocatori da assicurare un ricambio adeguato ai big nel corso di un torneo lungo, difficile e dispendioso come il 6 Nazioni. Senza Canna gli azzurri hanno confermato di avere difficoltà nella costruzione del gioco affidandosi spesso all'estro e alla forza di un Campagnaro che ha confermato di essere un giocatore di grande livello. E' mancata tanto anche la fisicità di Furno che in questo 6 Nazioni ha fatto solo una breve comparsata nel match interno contro la Scozia. Parisse è stato chiaro:”Il rugby italiano forse deve cambiare rotta, alcuni dei giocatori esordienti hanno imparato più qui in poche partite che in due anni nel proprio club”. Una strigliata per tutto il movimento che fino ad ora si era nascosto dietro al talento emergente di Canna che nei primi due match aveva trascinato il gruppo a due discrete prestazioni.