C'è un'unica possibilità per il Pd di ricomporre la frattura e andare unito al primo turno delle amministrative: concedere al gruppo di Lealtà per Benevento una propria lista. Respinta la mano tesa dello stato maggiore dei dem all'indomani della vittoria di Raffaele Del Vecchio, è la minoranza del partito ad assestare il primo colpo nella rinnovata guerra fredda, mettendo la segreteria davanti ad un bivio. Perché, posto il rifiuto dei lealisti di riconoscersi nell'espressione di un terzo dei nomi della lista del PD, nessuno scenario può essere escluso se la richiesta non verrà accolta, a cominciare da un'espulsione di massa e una conseguente corsa in solitaria. “La mia è un'analisi spietata – premette Fausto Pepe in conferenza stampa – nessuno può mettere in discussione la nostra appartenenza al PD né dare patenti di democraticità”. Il sindaco parte dal dato delle primarie e dalla constatazione che Lepore abbia corso contro tutto lo schieramento pro Del Vecchio: “Perché dovremmo prendere dei posti contingentati nella lista del PD, quando abbiamo dimostrato di essere il 35% di una coalizione, e non solo del partito?”, domanda la fascia tricolore, “mi sembra legittimo il desiderio di rappresentare un'area politica e contarci in una nostra lista”. I lealisti puntano il dito contro il benvenuto nel partito ricevuto da esponenti che tutt'oggi siedono tra i banchi di opposizione in Consiglio comunale: “Comprendo la logica di ampliare la coalizione – osserva Lepore – ma sarebbe grave comporre le liste per determinare l'elezione di chi è stato fino ad oggi all'opposizione, danneggiando chi è da sempre nel Partito Democratico”.
Non si governa la città con la sommatoria di voti, bacchetta il primo cittadino, che ricorda al partito il contributo offerto nelle precedenti tornate elettorali, almeno fino alle scorse regionali. È un aut aut insomma: non solo per chi lo pone ma soprattutto per la controparte che lunedì, nel coordinamento cittadino, è messo davanti ad un nodo. Si tratta di vedere se verrà sciolto o spezzato Che fine fa alle urne il PD, senza una parte di esso? “E' una condizione nella quale nessuno, che abbia responsabilità, dovrebbe mettere il partito”, conclude Pepe.