Quindici

Porte aperte al maglificio di Quindici in occasione del ventennale della legge che ha consentito l’uso sociale dei beni confiscati alla mafia. In mattinata la visita delle scuole con un dibattito per raccontare i risultati raggiunti fin ora dall’anticamorra e per presentare le attività dell’opificio di villa Graziano dove si produce maglieria tecnica per le forze dell’ordine. Poi, l’arrivo dell’assessore regionale alle politiche sociali, Lucia Fortini che, accolta dai rappresentanti provinciali e regionali di Libera, ha presentato le nuove iniziative di Palazzo Santa Lucia per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie.

«La Regione è impegnata in una programmazione complessiva, in grado di fare sistema con tutti i soggetti coinvolti nel processo – ha affermato la Fortini – Vorremmo partire subito con due bandi. Uno che riguarda i budget di salute, che funzionano molto bene sul territorio, l’altro che favorisca realtà imprenditoriali già esistenti o che promuova la nascita di start up. Vogliamo lanciare un messaggio, e cioè che con i beni confiscati si può fare sviluppo e si può creare lavoro. E’ fondamentale l’attività di legalità che si svolge all’interno delle strutture, ma noi dobbiamo creare sviluppo e lavoro. La valorizzazione del maglificio di Quindici è rappresentativa di ciò che vogliamo fare».

Presente al maglificio “Cento Quindici Passi” anche l’onorevole del Pd Valentina Paris che si è soffermata sulla necessità di rivedere e migliorare l’attuale normativa sui beni confiscati. «Abbiamo attraversato in Parlamento una fase molto schizofrenica caratterizzata dalle opinioni di chi credeva che in Italia i beni confiscati potessero essere messi all’asta. Il caso di Quindici dimostra invece che si possono lanciare segnali alle società rendendo le abitazioni confiscate riutilizzabili in maniera efficace. Attività produttive all’interno delle dimore dei boss consentono ai beni confiscati la sostenibilità nel tempo».

 

Rocco Fatibene