L'arte dei pizzaiuoli napoletani sarà l'unica candidatura Italiana nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'umanità Unesco. Lo ha deciso all'unanimità la Commissione nazionale italiana per l'Unesco su proposta del Ministero dell'Agricoltura e con il sostegno del Ministero degli Esteri, dell'Università, dell'Ambiente, dell'Economia. Scelta perché "rappresenta l'Italia in tutto il mondo".

Ha partecipato al presidio a Roma in attesa della notizia il presidente di Coldiretti Campania Gennarino Masiello, nella veste di vice presidente nazionale Coldiretti. "Siamo convinti che la vittoria finale sia a portata di mano - commenta Masiello -. Significherebbe blindare un patrimonio straordinario per l'Italia e in particolare per Napoli e la Campania. Una spinta forte di cui potrà beneficiare l'immagine della regione, per il nostro sistema agroalimentare e non solo".
La candidatura della pizza a patrimonio immateriale dell’umanità tutela unsettore che vale 10 miliardi di euro ma soprattutto un simbolo dell’identità nazionale. 


Ogni giorno solo in Italia si sfornano circa 5 milioni di pizze per un totale di un miliardo e mezzo all'anno anche se – sottolinea la Coldiretti - i maggiori “mangiatori” sono diventati gli Stati Uniti che fanno registrare il record mondiale dei consumi con una media di 13 chili per persona all’anno, quasi il doppio di quella degli italiani che si collocano al secondo posto con una media di 7,6 chili a testa. Una domanda che da lavoro complessivamente ad oltre 150mila persone.

 
E non è un caso - conclude la Coldiretti - che proprio ad Expo il 25 giugno 2015 l’Italia ha conquistato il record mondiale ufficiale di lunghezza della pizza di 1595,45 metri che è stato iscritto Guinness World Records.