Il Partito Democratico di Benevento, con il duo Zarro - Zollo, approfondisce i temi dello sviluppo: Il Gruppo Consiliare del PD di Benevento ha proposto, anche in funzione delle iniziative da assumere in riferimento dell’Agenda comunitaria 2014-20120, di approfondire i temi dello sviluppo della Città di Benevento e del Sannio. Così sintetizzati: “Opzione di Sviluppo della Città di Benevento e del Sannio e Agenda Comunitaria 2014-2020”. Il Gruppo è accompagnato in questo cammino di approfondimento, su tematiche così vaste e complesse, dal Prof. Marotta Giuseppe, Direttore del Dipartimento Economia dell’Università del Sannio.
Naturalmente un lavoro così impegnativo, quanto a risultati, merita di più. Non solo di produrre indicazioni quanto ad opzioni di sviluppo da spendere sul piano della Agenda comunitaria. L’Agenda comunque da un limite temporale e un limite di contenuti. Il limite temporale: 2020; il limite dei contenuti: la convergenza dell’economia del sud con quella del Nord ma anche con quella europea. Si avverte la esigenza di puntare anche ad altro. Per questa più ampia prospettiva, si pensava e si pensa di lavorare anche a per produrre un “Manifesto per lo sviluppo della Città di Benevento e del Sannio”, che rappresenti, un po’, il “mantra” di questa epoca quanto alla cultura dello sviluppo. Applicata naturalmente alla Città ed al Sannio.
Certo una volta raggiunto questo risultato potrà non essere impossibile sottoporlo alle forze politiche in campo per condividerne i contenuti sul piano operativo, per condividere un Patto: un Patto per lo sviluppo.
Naturalmente il Gruppo ritiene utile precisare alcuni concetti.
Cosa è il Patto di sviluppo? Un complesso di azioni coinvolgenti i parametri dell’economia reale; ma anche la rete infrastrutturale, materiale ed immateriale, la rete dei servizi; i comparti produttivi, le imprese.
Perché un patto di sviluppo? Il Sannio dall’incipit dell’evo repubblicano arranca sulla strada della crescita economica e sociale. I processi di emigrazione sono stati la causa scatenante del gap di sviluppo. Oggi emigrano laureati e diplomati, ieri lavoratori della braccia! La conseguenza? La desertificazione! Meno uomini, meno lavoro, meno produzione, meno reddito, meno consumo, meno risparmio. Una decrescita dannata! Non ci si lasci abbindolare da qualche dato Istat sulla inversione di tendenza dei processi insediativi. Le cause che li sostengono non sono quelle canoniche!
Quale il fine del Patto di Sviluppo? Sostenere la crescita del Sannio. Costruire una società locale attrezzata ed auto propulsiva. Vanno, quindi, potenziati i comparti, oggi, attivi, dell’Agroalimentare e dell’enogastronomico, l’Ambiente, le energie rinnovabili, i Beni Culturali. Ma va sostenuto l’Artigianato 2.0, la manifattura, meglio se caratterizzata delle “startup”. Molto va chiesto ai Servizi pubblici e privati. La P.A. locale deve guidare i processi di sviluppo non solo accompagnarli. Questo concetto, purtroppo, non è diventato realtà pulsante! I Servizi privati giocano un ruolo essenziale nella partita dello sviluppo. Nei fatti ne guidano i processi! Le loro tariffe incidono sul volume delle azioni di sviluppo. Se ancora si chiudono nelle loro corporazioni, di fatto, il Sannio rallenterà il passo; se si apriranno al mercato, il Sannio crescerà; anche il volume di affari della borghesia dei tecnici crescerà. Se il livello del lago cresce, cresce, naturalmente, il livello delle barche che lo solcano. Insomma puntare anche per i servizi privati alla competitività».