In un periodo in cui si lamenta la crisi dell’edilizia, ad Apice, in controtendenza all’andamento nazionale, le ditte impegnate nei lavori presso il centro storico non si presentano sul cantiere. La conseguenza? L’Ente è costretto a rescindere il contratto. E sono stati due i casi ad Apice vecchia. Il primo per i lavori riguardanti il Castello dell’Ettore e i Palazzi signorili adiacenti, rescissione ottenuta solo grazie ad una sentenza del Tribunale di Benevento nell’aprile scorso ai riguardi della società Consortile “Il Castello”, alla quale il comune di Apice ha chiesto anche un danno di 307mila euro. Si tratta infatti di un finanziamneto di 4milioni e 763mila euro di cui 3milioni e 230mila euro da appaltare avuto nel 2008 e affidato nel marzo del 2009. Probabilmente e finalmente, sperando che non ci siano ulteriori intoppi, il maniero normanno verrà riaperto in primavera a seguito del nuovo affidamento ottenuto dalla ditta Costruzioni Penzi Ingg. spa, che ha ripreso i lavori nel settembre scorso, anche qui fermi da anni, per un residuo di circa 1milione e 500mila euro. Il secondo caso riguarda invece la rescissione del contratto, avvenuta ad agosto, con la ditta Icla srl di Montecalvo Irpino, aggiudicataria del recupero di Palazzo Perriello.
L’incarico di progettazione dell’intervento è stato espletato dall’architetto Giangregorio Gennaro e dall’ingegnere Amedeo De Marco per un importo complessivo di circa 489mila euro. Il direttore dei lavori, l’architetto Gennaro Giangregorio, con verbale di consegna in data 13 ottobre 2008, (quando c’era ancora il sindaco Giardiello) dava avvio ai lavori. La durata contrattualmente prevista per l’esecuzione dei lavori veniva fissata in giorni 540, naturali e consecutivi, con ultimazione fissata per il giorno 12 aprile 2010. Ma i lavori vengono interrotti e poi ripresi. Tutto ciò comincia dopo cinque mesi dal primo mandato dell’amministrazione Albanese: «In data 27 ottobre 2009 il Direttore dei lavori (Giangregorio) disponeva una prima sospensione, con ripresa in data 01 febbraio 2010; in data 15 marzo 2010 il Direttore dei lavori disponeva una seconda sospensione dei lavori, con ripresa in data 31 maggio 2010; in data 21 ottobre 2011 il Direttore dei lavori disponeva una ulteriore sospensione dei lavori e che per effetto delle proroghe e dei periodi di sospensione verificatesi, l’ultimazione dei lavori veniva fissata al 05 gennaio 2011». Perché tutti questi ritardi. Ritardi di 4-5 anni su un finanziamento che c’è? Cosa succede poi? «Dato atto che dopo un lungo lasso di tempo in cui i lavori sono rimasti sospesi, con determina del 16 dicembre 2013, veniva affidato all’architetto Gennaro Giangregorio l’incarico di direzione dei lavori, coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione per l’ultimazione dell’intervento relativo ai lavori di ristrutturazione e di restauro del Palazzo Perriello nel Centro Storico di Apice».
Si presuppone, probabilmente, che a Giangregogio gli sia stato prima tolto e poi ridato l’incarico. In seguito la ditta di Montecalvo viene convocata sul cantiere diverse volte, ma non si presenta. Solo in data 21 febbraio 2014 perveniva una nota a firma dell’impresa in cui la stessa chiedeva varie notizie di tipo finanziario, nonché l’adeguamento dei prezzi atteso che il cantiere era rimasto fermo per oltre due anni. Ricomincia la stessa storia. Viene riconvocata sul cantiere ma niente e non c’è nessuno che lavora. Il giorno 21 maggio 2014 c’è l’ ennesimo sopralluogo, all’esito del quale veniva redatto un verbale di constatazione con il quale si prendeva atto che il «Cantiere era completamente incustodito e fonte di pericolo e di facile intrusione da parte di estranei e che non risultano eseguite nuove lavorazioni rispetto a quanto interrotto in sede di sospensione». Da qui la decisione, da parte dell’Ente, di rescinderle il contratto nell’ agosto 2014.
Oggi ci sono delle novità in merito. La prima è che 56mila euro, sul residuo di finanziamento di 89mila euro per il Palazzo Perriello, 56mila euro, verranno a breve appaltati, e che i lavori consisteranno essenzialmente «Nella realizzazione di controsoffittatura in lastre di cartongesso, infissi esterni, soglie di marmo, portone di ingresso. Tali opere sono ritenute urgenti e necessarie al fine di tutelare il Palazzo e salvaguardare le opere interne già realizzate». La giunta Albanese ha stabilito inoltre «Di invitare il Rup ed il Direttore dei lavori a quantificare: - il primo, l’importo complessivo delle penali applicabili all’Impresa per effetto dell’inadempimento contrattuale e ad applicare le stesse all’Impresa, anche compensando l’importo con il credito residuo sui lavori effettuati, il secondo, a quantificare i danni arrecati al cantiere per effetto del fermo prolungato imputabile all’Impresa ed unitamente al Rup a contestare lo stesso all’Impresa con l’escussione, se del caso, della cauzione definitiva». Che ammonta a circa 18mila euro.
di Michele Intorcia