Atripalda

C’è un argomento che negli ultimi giorni è divenuto “scottante” ed è quello dei debiti fuori bilancio, cioè delle spese che non hanno trovato copertura nelle previsioni di uscita e che il Consiglio comunale è chiamato a riconoscere prima che vengano liquidate. Nell’ultima seduta del Civico Consesso, andata deserta per mancanza del numero legale, l’Aula avrebbe dovuto approvare il riconoscimento di circa 32mila euro di debiti fuori bilancio, relativi sostanzialmente a spese legali maturate fra gli anni 2010 e 2014. Tuttavia, ad attirare l’attenzione non sono stati tanto i debiti inseriti all’ordine del giorno, ma quelli sottratti perché non figuravano né gli 8mila euro che il Comune dovrebbe corrispondere ad uno dei quattro dipendenti indagati per aver svolto, come ha stabilito il giudice del lavoro, per 13 anni mansioni superiori al suo inquadramento occupazionale e già accordati con una transazione approvata dalla giunta, né i 18mila euro che dovrebbero essere ancora corrisposti al consigliere Flavio Pascarosa (che inizialmente aveva chiesto 45mila euro circa, negati dall’allora caposettore Katia Bocchino, contraria perché la previsione di spesa era nettamente inferiore) incaricato dall’allora sindaco Aldo Laurenzano di rappresentare il Comune di Atripalda nel processo penale a carico dell’ex governatore della Campania, Antonio Bassolino, accusato, in qualità di commissario straordinario dell’emergenza rifiuti, di truffa in concorso con altre 26 persone e assolto nel novembre del 2013 dopo quasi sei anni di processo. Nel primo caso, infatti, sembra che la giunta comunale sia intenzionata a revocare la delibera di transazione e ad impugnare il provvedimento del giudice del lavoro, mentre nel secondo caso il timore era che, dovendosi il consigliere Pascarosa necessariamente astenere per conflitto di interessi, la maggioranza non avrebbe più avuto il vantaggio di un voto di scarto rispetto all’opposizione per approvare il riconoscimento di tutti gli altri debiti fuori bilancio.