Bagnoli Irpino

Si è conclusa questa mattina la lunga vicenda giudiziaria che ha visto come imputato un trentenne di Bagnoli Irpino, B.A., accusato di ricettazione di un telefono cellulare, rubato all'interno di un'officina meccanica sita nella piazza principale di Bagnoli Irpino.
I fatti risalgono al mese di luglio del 2013 quando A.A. si reca dai Carabinieri della locale Stazione per denunciare il furto dello suo smartphone di ultima generazione appena acquistato.
Immediata la richiesta alle Compagnie telefoniche dei tabulati relativi al traffico telefonico del cellulare rubato, identificato con il numero Imei. 
Si perveniva pertanto al nominativo di B.A., muratore trentenne di Bagnoli, quale intestatario della scheda sim inserita nel telefono rubato. Coraggiosa la scelta del difensore di fiducia del giovane imputato, l'avvocato Rolando Iorio, che attraverso il rito abbreviato, con rinuncia quindi all'audizione dei testimoni, in una serrata arringa, tabulati alla mano, è riuscito a dimostrare che all'interno del telefono rubato, prima della scheda sim del suo assistito, erano state inserite ben altre due schede, intestate ad altre due persone, nei cui confronti non erano state effettuate le dovute indagini.
Quindi, come sostenuto dal difensore, "l'interposizione di altre due persone tra la denuncia del furto e l'inserimento della scheda da parte del B.A., fa cadere qualunque certezza in ordine alla consapevolezza da parte di quest'ultimo della provenienza illecita del telefono". Il Tribunale di Avellino ha accolto in pieno la tesi difensiva mandando assolto il giovane muratore per non aver commesso il fatto. Il Pubblico Ministero aveva chiesto la condanna ad un anno e due mesi di carcere oltre ad una cospicua pena pecuniaria.