Ettore Scola, è uno dei grandi Maestri del cinema italiano e mondiale, ma è al tempo stesso è un irpino che ha fatto onore alla sua terra di origine. Proprio all'Eliseo di Avellino Scola aveva ottenuto il suo primo premio da regista al “Laceno d'Oro”, nel '69, per Il commissario Pepe, e negli anni successivi avrebbe ottenuto un grande successo con Trevico-Torino, Viaggio nel Fiat-nam e con C'eravamo tanto amati, per molti il suo capolavoro.
Fin dall'inizio Scola ha un rapporto sincero con la terra di nascita. Contatti saltuari ma profondo rispetto, s e grande partecipazione umana e ideologica ai problemi sociali, primo fra tutti l'emigrazione. E ad un critico cinematografico della sua Irpinia, Camillo Marino, è dichiaratamente ispirato il personaggio di Nicola Palumbo, il professore cinefilo e marxista di C'eravamo tanto amati, mirabilmente interpretato da Stefano Satta Flores. E fu in una memorabile serata dell'ottobre '97 nel Castello Candriano di Torella dei Lombardi, che Scola ritrovò Camillo: "Eccolo qui - esclamò sorridendo, in una sala stracolma - il mio Nicola Palumbo!".
Quattro anni dopo la morte di Camillo, la sua Irpinia lo aveva di nuovo accolto con tutti gli onori alla prima edizione del “Premio Camillo Marino del 2001, in Piazza Duomo ad Avellino e poi al Comune insieme al sindaco Di Nunno. Quella serata, promossa da tutte le associazioni di cultura cinematografica di Avellino (“Quaderni di Cinemasud”, Centrodonna Avellino, ImmaginAzione, Zia Lidia SocialClub, Centro Culturale “Camillo Marino”) fu il segno di ciò che potrebbe essere l'Eliseo, unendo le forze intellettuali e sociali nello spirito della collaborazione creativa.