Montesarchio

“Abbiamo preso atto che la specifica situazione locale, e non solo, è tale da giustificare l’emanazione di apposita ordinanza contingibile e urgente relativa ad un programma straordinario d’intervento”. Con questo incipit, il primo cittadino di Montesarchio, Franco Damiano, interviene in materia di randagismo, un fenomeno – secondo il primo cittadino – di cui è stata valutata l'enorme rilevanza sul territorio comunale e dispone un provvedimento che racchiude 11 disposizioni che chiunque è obbligato a rispettare. “Si tratta di un provvedimento che deriva dalla presa d'atto di una serie di circostanze attinenti il fenomeno del randagismo e ovviamente dal rispetto di quanto prevede la norma in materia. Al momento il Comune dispone di un canile convenzionato e sul territorio comunale vi è la presenza di un numero rilevante di cani randagi, dunque è apparso di fondamentale importanza mettere in atto tutte le misure, anche straordinarie, per attuare la limitazione delle nascite dei cani randagi. Ben inteso, questo programma non dovrà essere visto come la risoluzione del problema, né alternativo a quanto previsto dalla normativa vigente, ma temporaneo e integrativo degli obblighi normativi, finalizzato alla riduzione del numero dei cani presenti sul territorio, ad evitare la formazione dei branchi, ed alla limitazione delle possibili malattie trasmissibili all’uomo. In tutto questo, abbiamo preso atto che da circa due anni opera sul territorio l'associazione, denominata “OHANA”, formata da volontari che giornalmente si adoperano per dare assistenza ai cani randagi presenti sul territorio comunale, dando loro assistenza e cibo”. In realtà, il comune si richiama alla legge regionale 16/2001 -“Tutela degli animali d’affezione”  - e pur precisando che l’articolo 10 prevede la possibilità di istituire il cane di quartiere “però con una serie di adempimenti rispetto all’assunzione di responsabilità del proponente” ritiene questa circostanza “difficilmente realizzabile nel contesto di Montesarchio”. Ecco dunque le 11 regole cui è stato fatto obbligo di rispetto: i cani randagi accalappiati sul territorio comunale devono essere re-immessi sul territorio di prelevamento, o se non idoneo, su un territorio equivalente, se rispettano le seguenti condizioni; non devono appartenere alle seguenti razze: pitbull, rottweiler, dogo argentino, dobermann, e loro incroci, e comunque alle razze previste dall’Ordinanza Ministeriale; non devono essere cani morsicatori; non devono aver subito segnalazioni in quanto autori di molestie; devono essere clinicamente sani; devono essere vaccinati contro le malattie più comuni dal servizio veterinario competente; devono essere sterilizzati chirurgicamente, sia i maschi che le femmine dal servizio veterinario competente; devono essere in grado di sopravvivere per strada (non possono essere re-immessi i cuccioli); devono avere il microchip a nome del Comune di Montesarchio; devono riportare, ai margini della ferita chirurgica, un tatuaggio con la sigla S; la re-immissione dei cani è effettuata dal servizio veterinario, in nome e per conto del Comune, a seguito di specifica richiesta da parte dell’Ente con apposito modulo, con 24 ore di anticipo.  Il tema del randagismo è stato anche discusso nella prima seduta del consiglio generale della “Città Caudina”. Si tratta di un fenomeno che colpisce molti dei Comuni aderenti e che incide significativamente non solo nei bilanci economici ma anche nella pubblica salute, igiene e sicurezza di ogni singolo Comune. “Già in cantiere – fanno sapere dall'associazione dei comuni della Valle Caudina - la realizzazione di un canile intercomunale da parte dell’Unione, si ritiene necessario arginare il fenomeno attraverso un attività costante di prevenzione e di sensibilizzazione. Promuovere una cultura della protezione animale attraverso linee di intervento comuni. Come già discusso in occasione di un pubblico dibattito, svoltosi nel mese di luglio a Pannarano, curato dal Formez e dall’ ingegnere Roberto Formato ed alla presenza di numerosi amministratori dei comuni aderenti, si  propose la costituzione di un tavolo di coordinamento delle attività per combattere  il fenomeno. Un tavolo permanente che oltre ai rappresentanti dei Comuni aderenti veda la partecipazione e la collaborazione del Formez, delle autorità sanitarie {ASLL delle autorità di protezione animale e delle associazioni di volontariato del settore. L' obiettivo è quello di concretizzare un azione comune avvalendosi della consulenza e delle competenze delle autorità del settore; mettere in piedi attività e campagne di prevenzione, sterilizzazione e adozione con la collaborazione di tutte le associazioni di volontariato presenti sul territorio caudino; promuovere in maniera uniforme una cultura di tutela e benessere animale”.

di Pietro Palazzo