Lauro, prorogato il termine per il mantenimento degli uffici del giudice di pace. Tutti felici: avvocati, amministratori locali e politici. Ma è comunque polemica sulla paternità dell’iniziativa. Quella che, ad esempio, già ieri pomeriggio ha avocato a sè l’onorevole Paolo Russo, deputato di Forza Italia. «Chi la dura la vince», ha affermato in una nota il parlamentare, riferendosi all'approvazione dell'emendamento dei relatori al Mille proroghe che, in fase di conversione del decreto legge del 31 dicembre 2014, di fatto riapre i termini per la richiesta di mantenimento degli uffici del giudice di pace soppressi. «I Comuni - ha aggiunto il deputato - potranno presentare la domanda fino al 30 luglio 2015. Si accorda così la possibilità ai territori di mantenere un presidio giudiziario importante, interessato tra l'altro da oltre 2mila contenziosi. Ci fa piacere che i relatori abbiano accolto il mio emendamento e siamo felici che le istanze di un'area sia state tenute nella giusta e legittima considerazione».
La notizia è stata accolta con favore dall’associazione forense del Vallo di Lauro e dai sindaci del territorio, che si sono fatti carico, attraverso l’Unione dei Comuni, di una pressione istituzionale finalizzata alla riapertura dei termini. Ed è proprio questo aspetto che il primo cittadino di Lauro, Antonio Bossone, tiene a rimarcare. «Quanto è stato deciso come Unione dei Comuni è parte fondamentale rispetto alle decisioni assunte. Rimane ciò che è stato scritto, ossia che le amministrazioni del Vallo si faranno carico economicamente. Siamo felici di quello che è stato fatto. Il merito non è solo di chi proroga, ma anche di chi paga. Dunque, la vera paternità è dei comuni che hanno messo in campo risorse ed economie. Il Parlamento faccia la sua parte, fatta bene peraltro. Dal canto nostro, i ringraziamenti a tutte le forze politiche che si sono adoperate. E, soprattutto, chiarezza sui soggetti che hanno preso responsabilità affinché il Giudice di Pace restasse nel Vallo di Lauro. Devo anche sottolineare - conclude Bossone - che i precedenti amministratori lauretani non hanno fatto quello che abbiamo fatto noi. Quando si poteva arrivare a questo obiettivo per vie naturali, non lo si è voluto fare. Noi invece siamo stati chiari nel prenderci la responsabilità».
Rocco Fatibene