Il puzzle che si va delineando in vista delle regionali campane è un vero e proprio rompicapo.?Capace di mettere a dura prova anche chi è più avvezzo ai bizantinismi della politica e, in particolare, del centrosinistra. Del resto, lo spettacolo offerto in queste settimane - per stessa ammissione dei protagonisti - non è stato particolarmente edificante, fra rinvii e un clima più o meno costante di rissa quotidiana sul da farsi. All’appuntamento, comunque, anche il Partito democratico della provincia di Benevento si presenta con qualche incognita di cui già si discute. E col quale, inevitabilmente, bisognerà fare i conti. La rabbia di Pepe In primis, c’è la “grana” rappresentata dal sindaco Fausto Pepe. L’intervista esplosiva a OttoChannel, nella quale non sono mancati riferimenti polemici alla gestione del partito e al «mancato confronto interno», rappresentano la punta di un iceberg col quale la dirigenza sannita dovrà fare i conti. Divisi alle primarie Al netto dei rinvii, che ormai quasi non si contano più, qualora si dovessero effettivamente tenere, i militanti democrat sanniti avrebbero l’imbarazzo della scelta col quale confrontarsi. Considerando che i “big” del partito qui sul territorio fanno riferimento a posizioni alquanto variegate. Umberto Del Basso De Caro, punto di riferimento e leader indiscusso del partito, ha detto a chiare lettere che solo il nome di Gennaro Migliore può consentire una via d’uscita tutto sommato indolore al partito campano. «Oltre le posizioni dei singoli, serve un’assunzione di responsabilità del gruppo dirigente regionale», ha ribadito in un’intervista rilasciata a Repubblica. Sulle sue posizioni anche il vicesindaco di Benevento, Raffaele Del Vecchio, il presidente della Provincia Claudio Ricci e sindaci di importanti realtà come Franco Damiano a Montesarchio. Molto nutrita, però, anche la pattuglia che si è detta pronta a sostenere la partita di Andrea Cozzolino, che a Palazzo Santa Lucia ci è già passato. In primis il sindaco Fausto Pepe, ma anche altre fasce tricolori come Carmine Valentino a Sant’Agata de’ Goti o Pasquale Carofano di Telese Terme. In campo c’è però anche il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, che nonostante la condanna in primo grado ha deciso di non recedere di un centimetro. Nel Sannio, fra gli altri, si sono espressi in suo favore il consigliere regionale uscente Giulia Abbate e l’ex capogruppo consiliare a Palazzo Mosti Angelo Miceli. Insomma, una geografia molto variegata rispetto al passato, anche recente, come quello che ha portato all’elezione di Matteo Renzi a segretario sullo sfidante Cuperlo. Le ricadute future Oziosa operazione di conta interna? Possibile. Ma a qualche osservatore più attento non è sfuggito il fatto che questa complicata partita per Palazzo Santa Lucia possa avere ripercussioni anche in futuro qui nel Sannio. Dove fra un anno, è bene ricordarlo, si vota per il rinnovo dell’amministrazione cittadina.
di Giovanbattista Lanzilli