Quindici

Torna l’incubo del racket nella cittadina del Vallo. Presumibilmente, nella notte tra domenica e lunedì - ma potrebbe anche trattarsi di un’intimidazione avvenuta nella nottata precedente - sono stati esplosi diversi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di un autocarro di una nota ditta edile del posto, l’impresa Truoiolo, mentre era parcheggiato nel suo deposito recintato in via Eduardo De Filippo, di fronte agli alloggi di edilizia residenziale pubblica e a poche decine di metri dalla centralissima piazza San Sebastiano.

 

Gli attentatori hanno imbracciato, con ogni probabilità, un fucile kalashnikov, arma che rappresenta il marchio di fabbrica dei clan camorristici locali. Almeno una quindicina, infatti, i proiettili che hanno attinto l’automezzo della ditta Truoiolo, colpito in una fiancata e nel parabrezza laterale. Sul posto, ieri mattina, sono giunti i carabinieri della Stazione di Quindici, coordinati dal maresciallo Giovanni Pagano. Sono stati allertati direttamente dai titolari che, come ogni lunedì, alle prime luci dell’alba si erano recati nel deposito degli automezzi per riprendere le attività dopo la pausa del fine settimana.

 

Per tutta la giornata si sono susseguiti i sopralluoghi e i rilievi tecnici da parte dei militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Baiano, unitamente a quelli del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Avellino, al fine di ricercare utili elementi per addivenire alla identificazione dell’autore dell’azione criminale e procedere alla ricostruzione dell’esatta dinamica dei fatti.

 

Sono stati repertati bossoli e proiettili, che ora saranno analizzati dal Ris e confrontati in banca dati al fine di verificare se provengono da armi già utilizzate in altri fatti di racket o di sangue, e quindi già note agli inquirenti, i quali, intanto, indagano a 360 gradi. Ad operare è la Procura Ordinaria di Avellino, anche se già si vocifera che il fascicolo potrebbe presto essere trasferito alla Direzione Distrettuale Antimafia. Malgrado lo stretto riserbo sulle indagini, che sono comunque alle fasi iniziali, sembrano esserci pochi dubbi sul fatto che si tratti di un avvertimento dei signori del racket.

 

Tipiche le modalità dell’attentato, quelle con le quali i clan locali dei Graziano o dei Cava già più volte in passato hanno adoperato. Per i clan non solo una caccia ai fondi per i “figli dei carcerati”, ma anche e soprattutto un sistema per esibire la capacità di controllare il territorio. E nel Vallo di Lauro, a Quindici in particolare, il territorio è conteso dai clan Graziano e Cava. Naturalmente non si escludono altre ipotesi. Sembrerebbe infatti che i titolari dell’impresa edile non abbiano mai ricevuto richieste estorsive. Una sola cosa è certa: Quindici è ripiombata nei tempi bui.

Redazione Cronaca