Benevento

Riflessioni profonde e sorrisi sinceri. Chi riesce a mescolare due elementi così distanti tra loro ha tra le mani qualcosa che somiglia molto ad una formula vincente. "Museo di gente senza storia" è un continuo alternarsi di emozioni tanto contrastanti quanto in perfetta simbiosi. Il regista Claudio D'Agostino ha ideato la ricetta fornendosi della collaborazione di attori da uno spessore umano indescrivibile che hanno inserito a turno gli ingredienti e mescolato il tutto contribuendo a dare forma ad uno spettacolo dalle mille sfaccettature. Il teatro Massimo di Benevento, gremito per l'occasione di circa duecento persone, ha ospitato la rappresentazione prodotta dalla Cooperativa Sociale Immaginaria. Un successo di pubblico che lo stesso regista sannita ha definito "inatteso" e che incide in maniera determinante sull'obiettivo della serata: una raccolta fondi da destinare all'associazione "Futuro Down" di via Cosimo Nuzzolo e al Magnifico Visbaal, teatro della zona Ponticelli gestito da Peppe Fonzo, entrambi colpiti dalla recente alluvione. E proprio Fonzo ha aperto la serata del teatro Massimo leggendo la toccante testimonianza del papà di una bambina di quindici anni affetta da autismo nonchè cieca dalla nascita. Un momento, il primo in ordine cronologico, che ha guidato il pubblico nel viaggio verso un'altra dimensione.

Quando il sipario si è alzato sullo spettacolo è iniziata una vera altalena di sensazioni. Lo scenario è quello della stanza di un museo che custodisce reperti umani caduti nel dimenticatoio. Persone dai caratteri diversi ma da un simile e spiccato senso di umanità. Si spazia da Sergio, che sogna di ballare, a Carmine, che ama le donne più di sé stesso. Fino ad arrivare a Vittorio che odia la guerra e ricerca il senso della vita nelle cose semplici. Sergio, Vittorio e Carmine, affetti da disabilità, sono il vero centro nevralgico di uno spettacolo che spinge a superare ostacoli e barriere, aiutandosi con le note di alcune canzoni italiane dall'alto tasso di intensità.  "Vorrei" di Francesco Guccini, "Te lo leggo negli Occhi" di Franco Battiato e "La casa in riva al mare" di Lucio Dalla hanno fatto da contorno a scene di ordinaria magia. E al momento dell'intramontabile "Reggae Night" di Jimmy Clift l'intera platea è stata colta dall'irresistibile voglia di danzare. Uno spettacolo coinvolgente e riflessivo. Un'overdose di serenità scatenata dall'attenzione e dall'importanza riservate alle cose semplici della vita. L'amore, l'affetto, la fratellanza. Spesso sono le più trascurate, ma a pensarci sono anche le uniche in grado di farci sentire uomini. Sempre.

Francesco Carluccio