Benevento

Un Pd troppo, troppo silente, una buona amministrazione, con qualche errore, e le ambizioni di?Benevento, parola di?Fausto Pepe. Questi infatti, sono solo alcuni degli elementi emersi dall’intervista al primo cittadino di Benevento, realizzata da Giovanbattista Lanzilli per La Linea, che andrà in onda domani su Ottochannel. Discorso che non poteva non partire dalle regionali e da ciò che sta accadendo nel Partito Democratico, ma con un passo indietro: quella legge regionale che impedisce ai sindaci di candidarsi: «Penso che la legge regionale sia iniqua per le candidature: i sindaci sono conoscitori dei problemi dei territori, e dimettersi, prendendo in esame il mio caso, sarebbe un atto molto forte essendo al nono anno di amministrazione». E fin qui si rimane sulla valutazione da sindaco di Pepe, perché, in quanto componente del?Partito Democratico, il discoso cambia: «Io ho detto al Pd di fare il punto, un bilancio sull’amministrazione e sul gradimento del partito per quello che è accaduto in questi anni. Successivamente, mi sarei candidato a portare avanti le istanze delle aree interne e della città. Beninteso, è chiaro che il dibattito non sarebbe dovuto terminare per forza con la mia candidatura, ma si sarebbe dovuto valutare. Questo dibattitto tuttavia non c’è stato, e questo mi dispiace». Nessun dibattito dunque, ma anche una occasione mancata dal Pd per far sentire la propria voce: «Vedo un Partito Democratico troppo, troppo silente sul piano provinciale, e di questo resto sconcertato, perché non c’è riconoscibilità in base al territorio. In definitiva, credo che si tratti di un’occasione mancata: si sarebbero potute prendere varie direzioni, non doveva portare per forza a dire che Pepe deve candidarsi, ma una discussione, un dibattito interno al partito avrebbe dovuto tracciare l’identikit di un candidato, questo bisognava fare». E dal non dibattito, secondo Pepe, sono emerse candidature poco autorevoli per il Pd sannita: «Ovviamente non è mia intenzione personalizzare la competizione. Per quel che mi riguarda avrei preso una persona autorevole, in grado di mettere la faccia su battaglie e istanze, qualcuno che ha scritto la storia nel?Partito Democratico negli ultimi anni. La Abbate??Fa il consigliere regionale, non do giudizi di merito, ma fa parte del gruppo del Partito Democratico che ha votato questa legge sull’Ato, che ha messo i comuni e i territori in ambasce, e portato tanta confdusione. Io sono imbarazzato di fronte a questa legge». I rumors poi, indicano come candidato sannita alle regionali il segretario provinciale del Partito?Democratico, Erasmo Mortaruolo, ma anche questa è (sarebbe) una candidatura che non convince troppo Pepe: «Mortaruolo? Fa il segretario provinciale, però se dovessi dire che il Partito Democratico sul piano provinciale in questo periodo è stato autorevole direi una bugia». In ogni caso, a prescindere da chi sarà il candidato, Pepe indica quelle che, secondo lui, dovranno essere le priorità, una volta arrivato a Palazzo Santa Lucia: « La partita si gioca sul tema dello?sviluppo per Benevento. E’ chiaro: in questi anni è mancata la tutela della Regione e ci ritroviamo con una situazione che se magari non è negativa per quel che attiene alla qualità della vita, è pessima per il lavoro, per i giovani.?Su questi temi l’amministrazione comunale può fare ben poco. Quindi si deve sedimentare un dibattito ad esempio sull’ottimo lavoro che sta facendo il sottosegretario?Del Basso De Caro sulle infrastrutture, altrimenti sarebbe una partita giocata a metà». Nessun timore, in ogni caso, che il caos regionali possa portare conseguenze in amministrazione: «Sta nella correttezza delle persone, e in ogni caso il nostro compito principale è quello di amministrare, e poi di occuparci delle questioni di partito». Analizzata da Pepe anche la questione relativa alla successione sullo scranno più alto di Palazzo Mosti: «Del?Vecchio? E’ normale che il vicesindaco abbia ambizione ad amministrare la città, poi ovviamente dipende da lui.?Però anche su questo discorso pesa il mancato giudizio del partito sull’amministrazione. che è un vulnus da colmare. Ripeto, in ogni caso ci sono vari valutazioni da fare: anche altri possono avere ambizioni. Io??Ho fatto l’amministratore per dieci anni, potrei iniziare a fare politica».

di Cristiano Vella