Il Sannio caudino continua a restituire preziosi reperti archeologici. In settimana è stata data la notizia (leggi il nostro articolo) del rinvenimento – grazie ai lavori alla rete fognaria nei pressi di piazza Poerio - di un vaso a Montesarchio, in pieno centro cittadino.
Un cratere a figure nere del VI secolo a.C.: un pezzo unico e straordinario, secondo gli archeologi presenti sul posto. Tanto da paragonarlo al cratere di Assteas? Troppo presto per dirlo, ma immediato è stato il collegamento con il cugino più famoso, quello esposto a Milano per l’Expo ed eletto a simbolo dell’Europa.
Restando in argomento, ha fatto notizia, qualche giorno fa, un tweet del ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini che dal proprio profilo ha annunciato: “Il Cratere di Eufronio resterà a Cerveteri, da dove proviene. L’Italia è un Museo diffuso e va valorizzata tutta”.
Inevitabile, anche in questo caso, pensare al cratere di Assteas. Perché la storia recente del vaso ritrovato a Sant’Agata de’ Goti, stride con le buone intenzioni del ministro. Perché a differenza del cratere di Eufronio il vaso di Assteas, da Sant’Agata, è stato portato via. Due volte.
Vincenzo De Rosa