San Martino Valle Caudina

 

«Il tesseramento del circolo sammartinese è avvenuto in maniera assolutamente legittima. E’ immotivato, strumentale e pretestuoso il ricorso dei tre membri dell’ufficio del tesseramento che rappresentano la minoranza del partito. E’ da irresponsabili e va contro gli interessi del Partito democratico. Tutte le tessere sono state consegnate e sottoscritte nella sede. Il calendario, condiviso, di apertura della sede è stato rispettato. Quindi quale sarebbe stata l’irregolarità? Semplicemente la decisione del segretario di aprire per il tesseramento anche il 31 dicembre». Comincia così la nota a firma di Ivan Clemente, segretario del circolo Pd “Martino Vellotti” di San Martino. L'occasione è datata dal ricorso presentato dai tre dirigenti della sezione caudina Valerio Pisaniello, Giuseppe Ienco e Gennaro Ricci su presunte irregolarità nel tesseramento. «Il segretario nella serata del 30 dicembre, visto che la neve e le strade ghiacciate avevano impedito ad alcuni militanti di rinnovare la tessera e che molti di questi si erano affrettati a comunicare le proprie difficoltà a recarsi nella sede, ha disposto l’apertura dell’ufficio del tesseramento per la mattinata seguente. Questo è bastato all’opposizione per gridare ai brogli. E nel contempo denunciare il crollo delle tessere. Un teoria a dir poco schizzofrenica, con un unico comune denominatore: “criticare e contestare il segretario e la maggioranza”, dicendo tutto e il contrario di tutto. I membri dell’opposizione hanno prima disertato strumentalmente la seduta per poi gridare allo scandalo, attaccare l’avversario di partito. Tutto rigorosamente dando all’iniziativa la massima pubblicità, incuranti del danno di immagine. Anche al prezzo di gettare fango sul partito democratico tutto. Ma questo poco importa, basta che la strategia di attaccare, screditare, infangare, infamare l’avversario (seppur compagno di partito) prosegua. Senza alcuno scrupolo. Senza tentennamenti. Non importa ai ricorrenti che, aprendo la sezione per il tesseramento, altri sedici democratici, giovani, donne, uomini, militanti storici, simpatizzanti abbiano aderito al partito democratico o rinnovato la tessera. Non importa - rivendica Clemente - che si è portato avanti un tesseramento esemplare e cristallino di cui pochi circoli si possono vantare. Avremmo potuto, tutti insieme, costruire un clima maggiormente conciliante sul quale far crescere il partito e i valori democratici. Ma è palese che lo scopo è un altro. E che il partito democratico è uno strumento con il quale consumare una lotta personale feroce. La minoranza invoca sovente il rispetto delle regole, ma poi viola, ad ogni piè sospinto, le più elementari norme di vita democratica. La segreteria ha voluto invece garantire a chiunque di partecipare. Con un’unica barriera quella della moralità, della legalità e della condivisione dei valori di partito, per i quali lo Statuto fissa i paletti che ci impegneremo a far rispettare. Per questo assicuriamo che l’impegno di questa segreteria sarà a garantire che tutti possono far parte del Circolo Martino Vellotti, a condizione che rispettino i valori “democratici”, rispettino le regole dello statuto e i requisiti morali e personali previste per gli iscritti. L’invito è anteporre gli interessi del Partito a quelli personali e di parte. Agli organismi provinciali e alla commissione di garanzia chiediamo di condannare fortemente questo tentativo profondamente lesivo degli interessi e dell’immagine del Pd cittadino ma anche di quello provinciale e oltre», conclude la nota del segretario sammartinese.

Ma che ci sia una rottura pressoché totale lo dimostra il fatto che proprio questa mattina è uscito un manifesto a firma della minoranza Pd, che si ritrova nella “Fabbrica delle idee”. Toni ultimativi, quelli utilizzati dai militanti: «Il livello di inciviltà e imbarbarimento che sta segnando la vita del nostro partito ci impone, con animo di profondo malessere, di aprire una riflessione - è l'esordio - . La politica è passione e non si comprende questo accanimento, questo ricatto, la provocazione, la diffamazione insieme ad un utilizzo sistematico della menzogna. La sola idea di temere ritorsioni solo perché non si è allineati fa venire i brividi. Non saremo complici del decadimento morale e civile del nostro paese e per questo ci sottrarremo a qualsiasi altra provocazione, ma saremo ancora più determinati nel difendere il diritto di tutti a potersi esprimere liberamente senza la paura di sentirsi minacciati. Lo faremo in nome del rispetto delle regole, ma soprattutto delle persone contro ogni forma di malcostume, avendo fiducia degli onesti. E' una questione morale!».