La morte della piccola Irene continua a far discutere. Il dolore per una morte così precoce, a soli tre anni,  è accompagnato dalle polemiche dell’ospedale Monaldi. La Procura che sta indagando sul decesso della piccola di Scampia, ha emesso tre avvisi di garanzia. Un atto dovuto, a garanzia di tutti anche di chi lo ha ricevuto, proprio perché consente di prendere parte alla fase esplorativa delle indagini. Tra i destinatari degli avvisi ci sono il pediatra che aveva in cura la piccola e due medici del Monaldi: il cardiochirurgo e Guido Oppido e il cardiologo Diego Colonna che visitarono la bambina quando arrivò in ospedale. Irene aveva la febbre e su consiglio del pediatra fu portata al Monaldi. Le prescrissero la cura e fu dimessa. Morì dopo sei giorni, con lei anche le speranze nate a maggio grazie al suo nuovo cuoricino. Ieri si sono svolti funerale della piccola nella chiesa di Scampia, quartiere di Napoli dove viveva insieme ai suoi genitori. Due ragazzi di venti anni distrutti dal dolore.  Intanto al Monaldi è scoppiato il caos. Il cardiochirurgo indagato ha detto di voler lasciare l’ospedale e tornare a Bologna. «E’ ingiusto attribuirmi la morte di Irene - ha detto - Non ho alcuna responsabilità. E poi non è colpa mia se questo ospedale ha un organico assolutamente insufficiente per tenere in piedi un reparto con la cardiochirurgia pediatrica».  

pa ia