Avellino

«E’ una notizia che ci rende felici e che raccoglie le tracce seminate in questi anni di lavoro». È così che Giuliana Freda, segretaria del Centro di ricerca Guido Dorso, commenta l’importante riconoscimento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo,  che ha riconosciuto "di interesse storico particolarmente importante" il patrimonio archivistico presente nella sede di piazza XXIII Novembre ad Avellino.

«La "dichiarazione di interesse storico particolarmente importante", ci è stata notificata “ufficialmente” lunedì  scorso» precisa Freda. Dichiarazione emanata dalla Soprintendenza Archivistica della Calabria e della Campania: in pratica il patrimonio archivistico del Centro Dorso è sottoposto alla disciplina del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42. Ma cosa cambia? «In buona sostanza c’è la tutela della Soprintendenza. Il Centro diventa custode nella conservazione, catalogazione e inventariazione del patrimonio che è vincolato dal ministero».

Un patrimonio enorme (50.000 volumi), costituito innanzitutto dall’archivio di Guido Dorso,  arricchito, nel corso del tempo, da importanti acquisizioni di altri archivi privati: Mosca, Di Marzo, Biondi con annessa fonoteca, Carte Vella, Carte Vuotto, Carte della Sezione “A.Gramsci” della sezione PCI di Avellino, Collezione De Feo, e l’ Archivio Fotografico. 

Marina Brancato