Gaetano Quagliariello, classe 1960, ha nel suo curriculum vitae diversi elementi tra quelli necessari ad essere il candidato alle prossime elezioni Regionali della Campania: innanzitutto è nato a Napoli... Può sembrare una forzatura ma i natali del candidato non sono di certo indifferenti ai possibili esiti delle elezioni e quindi delle prossime candidature: il capoluogo è il bacino che racchiude circa la metà dell’elettorato, e da sempre le preferenze maturate all’ombra del Vesuvio incidono notevolmente sui destini elettorali. Di certo, però, l’elemento meno prevedibile di questa candidatura sarebbe il collocamento del coordinatore nazionale del Nuovo Centro Destra, che potrebbe essere il candidato del centrosinistra. Quello che sembra un ossimoro avrebbe il non secondario effetto di togliere le castagne dal fuoco al Partito Democratico, dilaniato al suo interno dalle diverse opzioni circolate nelle scorse settimane. Sì, perché se da un lato la candidatura di Quagliariello potrebbe far storcere il naso alla base degli elettori piddini, dall’altro eviterebbe lo spargimento di sangue a cui si stanno preparando i diversi candidati alle primarie. Come noto in pole ci sono: Cozzolino, Migliore e De Luca, senza dimenticare Di Nardo e Di Lello candidati extra Pd. Invece accantonata, almeno in questo momento, la possibile soluzione salomonica circolata nei giorni scorsi e che vedeva in Nicolais la possibile terza via, anche perché di fronte a questa scelta gli altri protagonisti non sembrano disposti a fare passi indietro. Oggi a Roma si farà comunque un estremo tentativo di mediazione con i vertici nazionali del partito. Quindi la convergenza su Quagliariello, già Ministro delle riforme Costituzionali del governo Letta, avrebbe risvolti positivi anche per chi, da dentro il Pd, è impegnato in queste ore a salvaguardare l’unità. Innanzitutto, trattandosi di una scelta calata dall’alto (servirebbe l’imprimatur di Renzi per suggellare l’accordo regionale con Ncd), non ci sarebbero vincitori né vinti. Secondo, e decisivo risvolto, trattandosi di una forza politica naturalmente collocata a destra ci sarebbe un effetto doppio dei voti portati in dote, con le evidenti ripercussioni positive sul dato finale. Certo, l’imbarazzo tra gli schieramenti è palpabile anche se ci si consola sottolineando l’eventuale allineamento alla compagine che sostiene il governo nazionale. Per ora, mentre ancora nulla di definitivo sembra deciso, almeno una novità c’è: il termometro delle Regionali finora schiacciato sul Pd e sulle sue lotte intestine, si sposta nuovamente a destra… per merito del Pd.