Apice

C’è anche un’apicese nel team di ricercatori che poche settimane fa ha reso nota la notizia clamorosa che cambierà la vita di milioni di celiaci. E’ infatti dall’Istituto di Scienze dell’Alimentazione del Centro Nazionale delle Ricerche di Avellino che è stato scoperto il modo per consentire a chi soffre di celiachia di poter assumere la farina di grano. La celiachia (detta anche malattia celiaca) è una malattia dell’apparato digerente che danneggia l’intestino tenue e interferisce con l’assorbimento dei nutrienti presenti negli alimenti. Le persone affette da celiachia sono intolleranti al glutine, una proteina contenuta nel grano, nell’orzo e nella segale. Il glutine si trova principalmente negli alimenti, ma se ne trovano tracce anche nei prodotti di uso comune come i farmaci, integratori, burro, cacao. Roberta Bonavita, 28 anni di Apice, con una laurea in Biologia, ha infatti collaborato al team di ricerca del professore Mauro Rossi, la cui scoperta cambierà sicuramente la vita a milioni di persone. Dopo anni di ricerca, una decina, cominciata nel 2005, L’Istituto è giunto alla scoperta della farina detossificata. «Mi sono laureata nel 2010 alla Federico II di Napoli - racconta Roberta – ed ho svolto la mia tesi presso L'ISACNR. Dopo un anno dalla tesi ho iniziato la mia attività di dottorato. Il gruppo in cui lavoro si occupa di immunologia e in particolare di celiachia. L'attività di ricerca è incentrata principalmente sullo studio degli effetti della gliadina in modelli murini glutine sensibile. Studiamo sul modello animale gli effetti tossici e immunologici della patologia per meglio comprenderla e caratterizzarla al fine di scoprire delle strategie terapeutiche alternative alla dieta senza glutine che attualmente è l'unica terapia per i pazienti celiaci. Nel gruppo di ricerca è stata identificata una strategia enzimatica per modificare la farina. Io mi sono inserita in questo progetto già brevettato facendo una caratterizzazione biochimica della farina modificata e uno studio delle sue proprietà immunologiche in modelli murini glutine sensibile. Quello che abbiamo visto è una modulazione della risposta infiammatoria pertanto tale farina rappresenta una grande opportunità terapeutica ancora da testare nell' uomo e per i pazienti celiaci. sono molto soddisfatta dei risultati raggiunti con questo dottorato ma ho un grande rammarico». Perché? «Non posso continuare questi studi. Non mi verrà data possibilità di continuare la mia attività in questo gruppo. Penso di andare all’estero». Il motivo? «Non mi è stato detto chiaramente ma penso che non ci siano fondi come non c'è la voglia di trovarli».

 

di Michele Intorcia