Ravello

Non ce l’ha fatta Wahio Cameron, il bambino inglese di appena 7 anni che da martedì scorso combatteva in un lettino della Rianimazione dell’ospedale Santobono di Napoli contro la morte dopo un violento choc anafilattico provocato probabilmente da un’allergia alimentare mentre era con i genitori in escursione in Costiera Amalfitana.

La procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, pubblico ministero Elena Cosentino, ha aperto un fascicolo d’inchiesta sul caso affidando ai carabinieri della Compagnia di Amalfi (e al Nas) le indagini che ora dovranno appurare la causa del decesso. La morte cerebrale è stata certificata ieri mattina dai camici bianchi della struttura ospedaliera napoletana, nel primo pomeriggio poi per lui è stato dichiarato l’encelofalogramma piatto e quindi il decesso. Martedì ha avvertito un malore, quindi la corsa in ospedale a Castiglione di Ravello dove gli era stato riscontrato un edema cerebrale massivo provocato da ipossia (mancanza di ossigeno al cervello).

Ieri mattina la morte cerebrale, nel pomeriggio la tragedia che ha scosso l’intera comunità della costa d’Amalfi che si era riunita in preghiera per il piccolo Wahio Cameron. Il corpicino sarà ora sottoposto ad autopsia disposta dal magistrato inquirente Elena Cosentino che sta conducendo le indagini: l’ipotesi di reato è omicidio colposo. Solo dopo l’esame autoptico, che dovrebbe essere eseguito questa mattina presso la camera mortuaria del Santobono, si potrà appurare la causa del decesso.

Per adesso i carabinieri, su input della Procura, indagano sulle ultime ore di vita del bimbo e soprattutto cosa abbia potuto innescare lo choc anafilattico che l’ha portato alla morte. Tre i punti cruciali: la colazione in un bar, la puntura di un insetto oppure il pranzo  consumato nel ristorante di Scala.

 

Redazione Sa