La difesa è tornata nuovamente all'attacco, puntando ancora il dito contro la genericità dei capi di imputazione, nonostante l'integrazione disposta in precedenza dal Tribunale, che ha però deciso di respingere ogni richiesta e di andare avanti. Perchè appare chiaro che dichiarare la nullità delle accuse avrebbe in qualche modo significato mandare all'aria un processo nato da un'indagine che all'epoca era stata costellata da una serie di arresti.
E' l'inchiesta sulla gestione degli appalti del Comune di Casalduni: diretta dal sostituto procuratore Antonio Clemente e condotta dai carabinieri, è stata ereditata dal pm Donatella Palumbo, al quale è toccato il gravoso compito, non avendo coordinato l'attività investigativa, di indicare le singole condotte, specificando appalti, delibere, gli atti contrari ai doveri di ufficio che sarebbero stati compiuti e le utilità che sarebbero state ottenute. Un lavoro ritenuto incompleto dai difensori dei diciassette gli imputati, ai quali sono contestate, a vario titolo, accuse che vanno dalla corruzione alla truffa, al peculato e all’abuso d’ufficio; dal falso all’induzione indebita a dare o promettere utilità.
Enzo Spiezia
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