Uno degli argomenti più dibattuti degli ultimi anni è sicuramente il Piano impianti pubblicitari, da tempo in commissione a Palazzo Mosti.
Trusio, consigliere comunale d'opposizione attacca sul piano, affermando che l'approvazione non arriva per gli interessi che si celano dietro al piano: «La più grande barzelletta del Pepe-bis si nasconde dietro una sigla: PGIP. Che in teoria, molto in teoria, starebbe per Piano Generale degli Impianti Pubblicitari, se solo di questo fantomatico strumento di regolamentazione non esistessero almeno una quindicina di versioni, nessuna delle quali ancora definitiva. E’ dagli inizi del 2012 che la Commissione Mobilità (fino al 2014 in sedute congiunte con quella Urbanistica, prima che qualche zelante dirigente si accorgesse - imponendo il suo illuminante parere - che l’Urbanistica non centrava nulla), fa e disfa il Piano manco fosse la tela di Penelope. Ormai non esistono più parole per descrivere il percorso a ostacoli di cui è stato vittima il PGIP. Una situazione surreale, ai limiti del grottesco che si trascina da anni fra refusi, veti incrociati, fuoco amico, intoppi burocratici e correzioni in corsa. La verità è che intorno all’affissione sia pubblica che privata ruotano tanti, troppi interessi, e quindi nessuno ha intenzione di accelerare i tempi per interrompere il perdurare di questo stallo».