La morte di una neonata di pochi mesi, trovata senza vita nella culla, continua a scuotere la comunità di Santa Maria a Vico. La tragedia si è consumata nel settembre del 2023, ma le indagini sui fatti, avvenute in seguito all’autopsia e agli accertamenti dei carabinieri, stanno ancora facendo emergere inquietanti dettagli.
Aurora, questo il nome della piccola, è stata trovata senza vita nella culla con segni evidenti di violenze. Il corpo della neonata presentava ecchimosi sull'addome, sulle gambe e sui piedi, oltre a ustioni che le sarebbero state provocate da un getto di acqua bollente. I genitori, al momento del ritrovamento del corpo, riferirono ai carabinieri che la bambina si era scottata accidentalmente durante un bagnetto, ma le successive indagini hanno portato alla luce un quadro ben diverso.
Il padre della neonata, Gennaro Savino, ha raccontato di aver praticato il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca alla nipote, convinto che la morte fosse naturale, e di aver chiamato le pompe funebri. Tuttavia, durante il processo, il testimone ha affermato di non aver visto i lividi sul corpo della bambina, sostenendo che le foto mostrate gli fossero state alterate. Questo comportamento e le dichiarazioni contraddittorie hanno alimentato i sospetti degli inquirenti.
Le indagini hanno poi rivelato che la coppia, genitori della neonata, non aveva mai sottoposto Aurora a visite mediche durante i suoi 45 giorni di vita, ricorrendo invece a cure fai da te. Si è scoperto che avevano usato lo strutto per curare le ferite della piccina, un metodo del tutto inadeguato e pericoloso. Inoltre, il medico legale ha accertato che Aurora era stata vittima di violenze fisiche, tra cui una doppia frattura al cranio e al viso, provocata dal padre.
A novembre del 2023, a seguito delle indagini e degli accertamenti, i genitori sono stati arrestati con l’accusa di omicidio aggravato. Il tribunale ha successivamente dichiarato lo stato di adottabilità per i due fratellini di Aurora, che sono stati affidati a una comunità.
La tragedia ha sconvolto la comunità locale e suscitato indignazione per il comportamento della giovane coppia, che sembra non aver mai voluto veramente il bene della loro figlia, conterrando la violenza e l'incuria in un drammatico gesto che ha posto fine alla vita della neonata.
Il caso continua a essere seguito con attenzione dalle autorità e dalle associazioni per la tutela dei minori, che si sono costituiti come parti civili nel processo. Le ricerche per ottenere giustizia per la piccola Aurora e per i suoi fratellini proseguono con determinazione.