Ottopagine, Caravaggio Sporting Village e Rugby Benevento: insieme per sognare e arrivare lontano. La gloriosa società biancoceleste si è regalata una notte di gala per presentare le maglie da gioco con i suoi sponsor e mostrare a tifosi e stampa il logo per festeggiare i 50 anni. Al Pacevecchia pubblico delle grandi occasioni con una presenza speciale: il vice presidente della Federugby Antonio Luisi. “Essere qui è sempre molto bello, questa è casa mia” ha confidato il numero due della federazione. “Ottopagine Rugby Benevento è l’ultimo baluardo presente al sud. Questa è una società che dà due giocatori alla nazionale maggiore e tanti altri a quelle giovanili”.
Raggiante il presidente Rosario Palumbo che davanti ai soci, al consiglio direttivo, a tutti gli atleti e alle istituzioni ha svelato insieme al mitico Franco Gerardo, primo atleta e capitano della società biancoceleste, il logo che simboleggia i 50 anni. “1966-2016, eravamo pochi ma ora siamo diventati tanti”. Franco Gerardo con poche parole ha fatto intendere la grandezza di una società che solo una settimana fa ha vinto il Trofeo Coni, la manifestazione italiana più importante a livello giovanile, dedicato alla categoria under 14. “Vogliamo fare meglio dello scorso anno” ha dichiarato Rosario Palumbo. “Non ci poniamo l’obiettivo di agguantare la serie A ma di fare bene”. La scaramanzia è d’obbligo in casa biancoceleste. “Anche in campo femminile –ha continuato il massimo dirigente- vogliamo migliorare il quinto posto della passata stagione. Questo significherebbe essere tra le prime quattro d’Italia e per una squadra del sud è un grandissimo traguardo. Abbiamo investito tanto per rendere la squadra molto competitiva con atlete importanti che vanno ad unirsi allo zoccolo duro formato dalle ragazze sannite che è da sempre un gruppo speciale con un grande attaccamento alla maglia”. Domenica comincia il campionato delle ragazze, il 18 quello degli uomini, mentre i più piccoli sono quasi in rampa di lancio. Al Pacevecchia il countdown è iniziato: la voglia è quella di tornare grandi.
Michele Iacicco