Napoli

Dalle prime luci del mattino a Napoli e a San Giuseppe Vesuviano, i Carabinieri della Tenenza di Ercolano stanno eseguendo una ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli nei confronti di due persone.

Gli indagati sono ritenuti iniziati di diversi reati relativi al gravissimo episodio avvenuto lo scorso 18 novembre in via Patacca, 94 a Ercolano dove persero la vita tre giovani ragazzi dopo l’esplosione di una abitazione adibita abusivamente a fabbrica per la produzione di fuochi di artificio.

"Gli indagati sono D.V., 31enne di Napoli, indiziato "dei delitti, in concorso con l'indagato P.P. già detenuto per tali fatti, di omicidio volontario con dolo eventuale, fabbricazione di esplosivi non convenzionali e non riconosciuti di tipo pirotecnico e sfruttamento di manodopera in spregio alla normativa in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro". Per l'uomo è scattata la custodia in carcere. L'altra persona è B.R., 64enne di San Giuseppe Vesuviano, indiziato del delitto, "in concorso con gli indagati P.P. e D.V., di fabbricazione di esplosivi non convenzionali e non riconosciuti di tipo pirotecnico". Per lui i domiciliari. Il "gravissimo episodio di via Patacca vide l'esplosione dell'abitazione "in cui illecitamente e senza alcuna autorizzazione era stata allestita una fabbrica per la produzione di fuochi di artificio, utilizzando materiale esplosivo non convenzionale, con sfruttamento della manodopera e in dispregio di tutte le normative di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro", rimarca il procuratore. Proprio per quella deflagrazione, è giusto ricordare, morirono due gemelle di 26 anni e un ragazzo di appena 18 anni che "lavoravano a nero presso la fabbrica abusiva".

Le prime immediate investigazioni condotte dai carabinieri di Ercolano, coordinate dalla procura della Repubblica di Napoli, avevano consentito, a distanza di 8 giorni dal drammatico evento, "di sottoporre P.P. a fermo del P.M. - tuttora in carcere - per gli stessi reati ora contestati a D.V.".

L'odierna ordinanza cautelare è frutto delle successive "minuziose investigazioni condotte dai carabinieri della Tenenza di Ercolano, coordinati sempre dalla procura di Napoli, che hanno consentito, tra l'altro, di stabilire la provenienza dei materiali esplodenti utilizzati nella fabbrica, di cui parte non deflagrata rinvenuta nel sito".

Questi materiali sono risultati nella disponibilità e ceduti da una pirotecnica di San Giuseppe Vesuviano "risultata gestita di fatto anche da B.R. che ha illecitamente venduto, senza peraltro registrarne i movimenti, elevati quantitativi di perclorato di potassio e polvere di alluminio ai coindagati P.P. e D.V., essendo ben consapevole della loro illecita destinazione d'uso ovvero la fabbricazione di esplosivi non convenzionali di tipo pirotecnico"